I diari della settimana In primo piano

DIARIO DELLA SETTIMANA DALL’ 8 SETTEMBRE

Cosa ci insegnano i migranti sulla felicità: gli studi dimostrano che le società aperte che accolgono i migranti registrano un aumento della felicità

I più accesi dibattiti sull’immigrazione tendono a girare intorno al concetto di infelicità. Uno schieramento vorrebbe allentare le restrizioni per i migranti, di solito a causa delle condizioni di povertà in cui versano nei loro paesi di origine e delle sofferenze patite durante la migrazione. Il fronte opposto sostiene invece che i migranti provochino infelicità agli abitanti dei paesi dove arrivano perché riducono i posti di lavoro, cambiano la cultura o fanno aumentare il crimine. Ma cosa accadrebbe se ribaltassimo la prospettiva e osservassimo l’immigrazione attraverso le lenti della felicità? Una spiegazione ovvia della maggiore felicità dei migranti è che molti trovano nel paese d’adozione opportunità finanziarie che non esistevano in quello d’origine. Gli studi dimostrano che le società aperte che accolgono i migranti registrano un aumento della felicità, mentre quelle che manifestano un atteggiamento ostile nei loro confronti registrano una riduzione nel benessere medio, quando i livelli di immigrazione aumentano. Il legame tra l’immigrazione e la felicità complessiva di un paese è ancora più pronunciato quando gli immigrati sono integrati nel paese d’adozione. Uno studio basato su dati provenienti dalla Germania ha stabilito che quando gli immigrati lavorano, guadagnano, si sentono parte della nuova cultura e parlano la lingua locale la felicità dei tedeschi aumenta. Insomma, l’immigrazione fa bene a tutti, non solo agli stranieri. Gli immigrati sono un modello di vita per tutti noi, ci spingono a non accettare il nostro status quo e a capire che non siamo vincolati alle circostanze della nostra nascita. Agire spinti dalla fiducia in sé e nel proprio futuro, essere disponibili ad adottare nuovi stili di vita, a spostarsi in un’altra città o in un altro Paese, a perseguire benefici economici ma non solo, sono tutti insegnamenti che ci invitano ad una riflessione. Per questo motivo, davanti a loro, non dovremmo provare soltanto una riluttante accettazione, ma ammirazione e gratitudine.
da Internazionale – agosto 2021

Diario dall’8 settembre

8 settembre

  • Avvenire – Ecco il senso del mio stare qui di Nello Scavo – don Luigi Usubelli a bordo di Astral, il veliero dell’organizzazione umanitaria Open Arms salpato ieri da Barcellona e diretto nel Mediterraneo centrale
  • Pressenza – Lesbo: A un anno dall’incendio che, nella notte tra l’8 e il 9 settembre devastò il campo di Moria, l’Europa continua a negare dignità a migranti e richiedenti asilo sulle isole greche – Medici Senza Frontiere (MSF), insieme a 45 Ong e gruppi della società civile, denuncia come i leader di Europa e Grecia portino avanti il progetto di costruire campi simili a prigioni nelle cinque isole dell’Egeo settentrionale. Centinaia di famiglie sono intrappolate in un limbo senza diritti nel campo di Mavrovouni a Lesbo dove il 63% dei richiedenti asilo è di origine afghana e il 32% è composto da bambini sotto i 12 anni. “È la dimostrazione più chiara della crudeltà delle politiche migratorie dell’UE”. Le esperienze di Marian, afghana, e di Ali, siriano.

9 settembre

  • The Guardian – il respingimento delle navi è una violazione del diritto marittimo e dei doveri morali di Lorenzo Tondo – Bloccare il diritto di richiedere asilo è una violazione della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Gaspare, un pescatore di Sciacca in Sicilia, aveva salvato decine di migranti che tentavano di raggiungere l’Italia in barca dalla Libia quando le autorità italiane hanno minacciato di arrestare lui e il suo equipaggio per favoreggiamento all’immigrazione clandestina. “Mi chiedo se anche uno dei nostri politici abbia mai sentito le grida disperate di aiuto in alto mare nel buio della notte”, ha detto nel 2019. “Mi chiedo cosa avrebbero fatto. Nessun essere umano – marinaio o no – si sarebbe allontanato”. Le sue parole risuonano di nuovo nel momento in cui il ministro degli Interni del Regno Unito, intensifica la sua campagna per rimandare indietro le barche che trasportano migranti attraverso la Manica.

10 settembre

  • il fatto quotidiano – Manica, la guerra tra Londra e Francia contro i migranti.
  • il manifesto Basta parlare di pace, fermiamo le armi, «facciamo la pace» di Alex Zanotelli – Smettiamola di parlare di pace, ma facciamo pace attraverso pratiche efficaci, mettendoci in rete. Dobbiamo cambiare questo sistema economico-finanziario-militarizzato che uccide per fame, per guerra e soffoca il Pianeta. Diamoci tutti da fare per un sistema che porti vita e speranza per tutti.
  • Avvenire – 125 persone salvate sugli scogli di Lampedusa. Soccorso dei guardacoste.
  • La Stampa – Ungheria – Orban: i migranti ci attaccano. Arrestati 46 immigrati al confine meridionale. Necessarie barriere alle frontiere.
  • La Stampa Abu Ghraib, lo specchio della vergogna di Francesca Mannocchi – Le fotografie di Abu Ghraib. Mentre trovavamo necessario e contemporaneamente intollerabile vedere persone simili a noi che torturavano dei detenuti, non ci siamo chiesti abbastanza chi ci fosse dietro i sacchi neri, gli stracci o i passamontagna, di cosa fossero davvero accusati i prigionieri (l’80% detenuti per errore!) costretti nudi minacciati dai cani o dai cavi elettrici. In quelle carceri è cresciuta una nuova generazione di miliziani, pronti a un nuovo jihad.

11 settembre

  • il manifesto – «Quante inutili violenze su un popolo che già conosceva miseria e terrore» – Per anni da Kabul, così come da Herat, si continuava ad andar via, appena possibile, sfidando i respingimenti violenti o i campi profughi disumani. Nessuno si è mai chiesto come mai a Lesbo, durante l’incendio di Moria dello scorso anno, c’erano tantissimi afghani?».

13 settembre

  • Domani – L’UE ha paura dei migranti ma è lei a crearli con le sue armi, di Futura d’Aprile – I conflitti in Africa e medio oriente mettono in evidenza uno dei paradossi dell’Ue: prima vende armi a chi combatte, poi respinge i disperati che provano ad arrivare da noi. E le industrie della difesa ringraziano. Continuando a vendere armi a stati coinvolti in teatri di guerra o che non rispettano le norme sulle limitazioni d’uso finale e di esportazione, i paesi europei alimentano i conflitti nel mondo. Il commercio delle armi continua infatti a essere tra i più remunerativi al mondo, dopo aver raggiunto nel 2020 il valore di 2.000 miliardi trilioni di dollari, con un aumento del 2,6 per cento rispetto all’anno precedente. Ad averne tratto vantaggio è stata anche l’Unione europea: nel periodo 2015-2019, l’Ue è arrivata seconda nella classifica dei fornitori mondiali di armi, subito dopo gli Stati Unit

14 settembre

  • il fatto quotidiano – La piccola rom nata in carcere per colpa di una email di Gad Lerner – Non ha trovato che minimo spazio una notizia che, in un Paese civile, avrebbe dovuto finire in prima pagina. La notte dello scorso 3 settembre nel carcere di Rebibbia, cioè nella Capitale d’Italia, una bambina è venuta al mondo dietro le sbarre di una cella. Non dico in infermeria. Proprio in cella l’ha partorita sua madre Amra, una rom di 23 anni arrestata per furto a fine luglio scorso. L’unica assistenza le è giunta dalla compagna di detenzione Marinela, a sua volta incinta al quinto mese, che poi ha avvolto la neonata in un asciugamano e, gridando, è finalmente riuscita a richiamare l’attenzione delle guardie. Questo infame luogo di nascita la bimba non se lo troverà inscritto sulla carta d’identità, ma rimane il marchio di un destino segnato: nata in galera, perché nessuno ha risposto a una email della Garante dei detenuti che chiedeva di trasferire la donna nell’apposita casa famiglia protetta, di cui forniva nome, indirizzo e disponibilità.
  • il manifesto – Sfruttamento immigrati, tre arresti a Prato: 20 euro per 12 ore di lavoro. la denuncia di un giovane nigeriano con permesso di soggiorno per protezione internazionale, assunto al nero dai titolari di fatto dell’azienda, due donne e il marito di una di loro, tutti cinesi finiti ai domiciliari. meno di 2 euro orari per turni di almeno 12 ore, senza riposo settimanale e naturalmente senza tutele sindacali né sicurezza, visto che i macchinari erano privi dei dispositivi di protezione individuale. Succede nel formicaio imprenditoriale del Macrolotto, la Venus Ark in via Toscana, la stessa strada dove il primo dicembre 2013 morirono bruciati sette operai cinesi nel rogo della Teresa Moda.
  • Avvenire – Libia, l’ombra del traffico di organi a Bani Walid – Dietro l’arresto di Hassan Qidi, carceriere somalo del lager, secondo le autorità libiche, una misteriosa organizzazione criminale che da anni uccide i migranti ed espianta organi per venderli. è la prima volta che si parla esplicitamente di traffici di organi dei migranti in Libia, anche se diversi segnali allarmanti sono giunti in questi anni.
  • Patrick Zaki prima udienza di un processo ingiusto, in aula dentro una gabbia. L’accusa chiede 5 anni. Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International:«Zaki a processo è anche uno schiaffo (l’ennesimo) all’Italia. Stupisce come il governo ami farsi schiaffeggiare. Alcuni interessi, innanzitutto quello legato al traffico d’armi, sono più forti di tante chiacchiere».

15 settembre

  • il manifesto – L’umanità interrotta sulla rotta balcanica – A distanza di mesi dall’incendio del campo di Lipa, al confine tra Bosnia e Croazia poco o nulla è cambiato. Migliaia di migranti afgani e pakistani vivono in condizioni abominevoli.
  • Avvenire – lettera di Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo (Tp) – “desidero far sentire la mia voce in merito a quanto continua ad accadere nel Mediterraneo, una volta mare nostrum oggi in mano a forze più o meno occulte, coperte da protezioni politiche ed economiche, e sotto la malefica regia delle mafie internazionali, che lucrano sulla pelle dei poveri e degli ultimi. E’ semplicemente inaudita la sfrontatezza con cui governi, forze politiche, tanti ambienti culturali e ahimé, tanti che si professano cristiani, si defilano di fronte a migliaia di morti e si voltano da un’altra parte per non vedere, come denuncia continuamente papa Francesco. La sua voce chiara e ferma dà coraggio a vescovi e fedeli …….ripagati spesso da beffardi insulti e anche da gravissime minacce, come nel caso di Nello Scavo che su Avvenire continua a dire tutta la verità sui misfatti dei mafiosi e sanguinari trafficanti libici e sulle violenze dei respingimenti della cosiddetta guardia costiera libica sostenuta anche con fondi del nostro Governo”