I diari della settimana

DIARIO DEL MESE – SETTEMBRE 2022

Loujin Ahmed Nasif
Quando le vittime non hanno nome, semplicemente non esistono. È per questo che i nazisti sostituivano immediatamente l’identità anagrafica degli internati dei campi con un numero tatuato sull’avambraccio sinistro. Loujin Ahmed Nasif invece un nome ce l’ha – eccome! – e aveva anche i suoi quattro anni. Anche lei scappava dalla guerra, quella della Siria, come le bambine e i bambini ucraini. Chi vive la condizione della guerra deve essere prelevato da casa e aiutato a mettersi in salvo, dev’essere accolto e non criminalizzato, riconosciuto. Già, con un nome e un cognome. Chi scappa dalla guerra, da ogni guerra. Da ogni punto della terra e da ogni tipo di guerra. Va accolto chi scappa dalla fame della guerra e chi scappa dalla guerra della fame. Senza distinzioni. Loujin Ahmed Nasif aveva quattro anni e tanta sete e tanta fame su un peschereccio alla deriva da dieci giorni. Sarebbe bastato poco per trarla in salvo insieme agli altri 60 che condividevano la stessa sciagurata odissea. Ma il mondo aveva occhi (e lacrime) solo per la regina d’Inghilterra. Come un’interminabile litania vorrei provare a ripetere il nome di Loujin Ahmed Nasif. Perché se non si è salvata dalla mancanza d’acqua, almeno si salvi dalla mancanza di memoria. E di umanità.
Tonio Dell’Olio – mosaico di pace

 

Diario dal 1° settembre

  • il manifesto – L’attesa di Farouk, morto per un permesso mai arrivato. Farouq Abu Naja, 6 anni, è morto il 25 agosto. Da mesi attendeva il permesso delle autorità israeliane per attraversare il valico di Erez e recarsi all’ospedale Hadassah Ein Kerem di Gerusalemme dove avrebbe dovuto ricevere le terapie adatte per la sua malattia, sconosciute a Gaza dove il sistema sanitario, tra offensive militari israeliane e la mancanza di risorse, è vicino al collasso. La vicenda di Farouq è un altro esempio della violazione da parte di Israele del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani e dei suoi obblighi in quanto potenza occupante, in particolare quello di rispettare e garantire la libertà di movimento nei Territori occupati e di garantire il diritto alla salute della popolazione occupata.
  • Altreconomia – Dal fiume Evros all’Egeo, la gestione violenta delle frontiere greche. Tra il 2020 e il 2021 almeno 17mila persone sono state riportate “informalmente” in Turchia. Mentre Frontex resta in silenzio

3 settembre

  • Emergency – Presto in mare a salvare i migranti «Life Support», la nave-soccorso di Emergency. La nave è ancorata nel porto di Genova per alcuni lavori, ma presto salperà.
  • Il manifesto – ragazzo migrante di origine pachistana, si uccide impiccandosi nel Cpr di Gradisca. Non si sa nemmeno il nome, chi fosse, cosa pensasse o volesse. Forse speranze, certo paure, magari il sogno di un futuro in un mondo lontano e migliore.

5 settembre

  • il fatto quotidiano – L’eterno ritorno della destra: la guerra a poveri e stranieri di Tomaso Montanari Da sempre, quando il potere decide di cavalcare la paura, finisce per colpire sempre le stesse due categorie, eternamente odiate e spesso coincidenti. A Lucca: “Nell’ambito di tutto il centro storico, del territorio comunale è fatto divieto a chiunque di sedersi, sdraiarsi o dormire sul suolo pubblico o nelle aree ad uso pubblico o aperte al pubblico passaggio, sui sagrati delle Chiese, sui gradini dei piedistalli della statue e dei monumenti, sulle soglie, sulle pavimentazioni, sui muretti, sui gradini posti all’esterno degli edifici pubblici e privati”. E, naturalmente, “è vietato altresì̀ sdraiarsi e dormire sulle panchine pubbliche ovvero bivaccare nelle aree pubbliche ed in quelle soggette a uso pubblico o a pubblico passaggio”. Il sindaco di Lucca non lo sa, ma le panche di via sulla base dei più bei palazzi di Lucca, così come avviene a Firenze e in molte altre città di impronta rinascimentale, avevano esattamente quello scopo: offrire riposo ai viandanti, non importa se poveri o neri.

6 settembre

  • Avvenire – Ancora naufragi e sbarchi di migranti Permessi umanitari, svolta Cassazione – Sos Mediterranee: «Per quanto tempo ancora le 267 persone salvate da Geo Barents dovranno aspettare che il loro salvataggio si concluda in un porto sicuro?» La Cassazione ha accolto il ricorso di Patrick, un migrante nigeriano al quale la Corte di Appello di Cagliari aveva negato il permesso di soggiorno per motivi umanitari. Secondo la Corte: «la seria intenzione di integrazione sociale, desumibile da una pluralità di attività, può rilevare ai fini della protezione umanitaria, quantunque essa non si sia ancora concretizzata in una attività lavorativa a tempo indeterminato». Non avere un contratto a tempo indeterminato, non è una condizione che può valere come fattore di esclusione dal permesso di soggiorno per motivi umanitari.
  • Nigrizia – L’Italia certifica il suo primo rifugiato climatico. Sentenza del tribunale di Venezia che ha deciso di accordare il permesso di protezione sussidiaria a un giovane nigerino. Il Niger è identificato tra i 10 paesi maggiormente vulnerabili ai cambiamenti climatici per questo motivo, il ragazzo ha diritto a rimanere in Italia e a ricevere dal paese protezione.

7 settembre

  • il manifesto – L’accordo per spedire i richiedenti asilo in Ruanda all’esame dell’Alta corte britannica. Esternalizzazione dell’asilo: anche la nuova premier Liz Truss sostiene l’intesa con Kigali.
  • Avvenire – Una bimba di 4 anni muore in mare in attesa dei soccorsi – la tragedia di Loujin, la bimba siriana di quattro anni morta di sete su un barchino alla deriva al largo delle coste maltesi. Era partito dal Libano diretto in Italia, da giorni a bordo non c’erano né cibo né acqua. Nawal Soufi: «Ho allertato le autorità di La Valletta, che però non hanno inviato aiuti. Nessuna imbarcazione di passaggio si è fermata per prestare soccorso. (anche in apertura del diario)
    ASGI – “L’acqua, la insegna la sete……” (Emily Dickinson) – Loujin Ahmed Nasif invece la sete l’ha vissuta. Ed è con la sensazione di arsura e di necessità di acqua che, a soli quattro anni, è morta su una barca nel Mediterraneo.
  • Avvenire – assegnato il porto di Taranto alla nave Ong Geo Barents con 267 migranti a bordo e da sette giorni in attesa di toccare terra.
    ASGI – sull’esternalizzazione dei confini in Niger. La Corte di giustizia dell’Ecowas chiamata a giudicare la legittimità della legge n. 35 del 2015 che criminalizza il transito delle persone migranti nel paese.

9 settembre

  • La lunga marcia dell’umanità Così le migrazioni spiegano chi siamo diventati di Stefano Allievi, Guido Barbujani e Silvia Ferrara .- Ragionare sulle nuove forme di mobilità – merci, denaro, informazioni, persone – può aiutarci a comprendere meglio le crescenti migrazioni, in ingresso e in uscita, in un quadro interpretativo diverso. E a capire le conseguenze della mobilità umana sulle nostre società, sempre più plurali: alla ricerca di un nuovo patto sociale, attraverso conflitti e forme di riconoscimento reciproco.

10 settembre

  • La Stampa – La destra, i migranti e il blocco impossibile di Francesca Mannocchi – Impedire le partenze creando hotspot nei territori extra-europei, gestiti dall’Ue? Ma ci sono già, e la storia degli ultimi anni dimostra che non funzionano. Anche i centri gestiti dall’Onu sono stati trasformati dalle milizie libiche in centri di detenzione, spesso illegali e quindi inaccessibili. Torture e morte. Per questo le partenze non si fermano, nonostante i naufragi nel Mediterraneo.
  • Il manifesto – Naufragio al largo della Tunisia: 8 vittime, 15 dispersi – Erano scomparsi domenica da un barcone su cui viaggiavano anche 15 persone tratte in salvo.
    11 settembre il manifesto – Con queste destre dei muri e dei ghetti vincono gli antivalori – è naturale che l’egoismo prevalga sull’altruismo. intervista a Mimmo Lucano

12 settembre

  • Voci Globali – Confine tra Bielorussia e Polonia, dove muore il diritto comunitario. Tra la situazione sul confine bielorusso e quella sulla frontiera ucraina, la presenza di un doppio standard è lampante. Le notizie strazianti relative alla frontiera bielorussa sembrano aver destato l’interesse dell’opinione pubblica soltanto per un breve periodo. Le foreste della Polonia orientale continueranno ad essere teatro di soprusi, violenze, separazione di interi nuclei familiari nel silenzio complice di Bruxelles.
  • ASGI – . Migrare è l’esercizio di diritti fondamentali previsti dalla Dichiarazione universale dei diritti umani. Dentro e oltre le parole di Cochetel: la nuova frontiera della criminalizzazione delle persone migranti. – L’articolo fa riferimento alle parole espresse da un inviato delle Nazioni Unite (poi smentite dall’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati): “criminalizzare i genitori di persone scomparse o morte in mare può essere un utile deterrente per arginare le migrazioni” .

13 settembre

  • Avvenire – I bimbi morti di fame e sete in mare «Il loro allarme ignorato per giorni» di Nello Scavo – Nessuno di loro aveva conosciuto un solo giorno di pace. Figli della guerra e dei campi profughi siriani. Famiglie senza ormai alcuna speranza di poter lasciare una tenda per tornare in una casa. E con la rotta balcanica sorvegliata dai manganelli e dai cani rabbiosi delle polizie di frontiera, molti tentano la via del mare. E sono morti così 7 rifugiati siriani, tra cui 4 bambini a bordo di due diverse imbarcazioni. Una è giunta a Pozzallo, in Sicilia. L’altra è ancora alla deriva e nessuno la soccorre. «Sono morti di sete, fame e gravi ustioni. C’è la conferma che i profughi sono stati respinti e volutamente abbandonati dalla guardia costiera. Tuttavia, ancora una volta, nessuno pagherà per la deliberata omissione di soccorso e per i consueti scaricabarile che stavolta cominciano ad Atene e finiscono a Roma, passando per Malta.
  • La Stampa – Nawal Soufi, l’angelo che prova a salvare i migranti. Nawal, in arabo, significa dono. Un dono, il suo, che ogni giorno fa a chi abbandona tutto per inseguire una nuova vita a bordo di un barcone fatiscente. “Nel nostro mare viviamo un secondo Olocausto” – Il suo è un urlo di dolore e di denuncia, che vuole risvegliare le coscienze dell’Europa e dei suoi cittadini: «Abbiamo le mani sporche di sangue. Viviamo in quella parte di mondo che deve assumersi le responsabilità per tutte le stragi di migranti che ogni giorno si verificano nel silenzio più totale».
  • La Stampa – Una fossa comune nel Mediterraneo di Karima Moual – Morire di sete, di fame e ustionati dal sole è raccapricciante. L’inferno in mare aperto. Questo hanno consegnato a noi i corpi arrivati a Pozzallo Più passano gli anni e più nulla cambia se non in peggio, spingendo sempre più in fondo il limite della disumanità. Silenzio, occhi chiusi, perché piuttosto che guardare quell’anima dell’Europa diventata nera come la pece è meglio descrivere l’immigrazione come invasione, pericolo e degrado.
    Domani – Un altro caso Cucchi: Hasib in coma, volato dalla finestra durante la visita degli agenti. Hasib Omerovic 36enne sordomuto, affetto da disabilità, abitava insieme alla sorella e ai genitori. la mamma di Hasib: “I poliziotti l’hanno massacrato di botte, preso per i piedi e buttato giù dalla finestra come spazzatura”

14 settembre

  • Avvenire – La tratta di morte dei profughi siriani: il Mediterraneo torna un cimitero di Nello Scavo
  • Avvenire – Gli occhi chiusi fanno strage Le guerre ignorate nel Corno d’Africa di Paolo Lambruschi Nell’indifferenza globale in Corno d’Africa si sta consumando la tragedia più grande di questa «terza guerra mondiale a pezzi»: sia la guerra civile in Somalia tra i terroristi jihadisti di al-Shabab e le autorità nazionali; sia quella in Tigrai tra il governo centrale e quello locale. Le persone stanno morendo di stenti: siccità, mancanza di aiuti, approfittatori internazionali… E l’Italia dov’è?
  • La Stampa – Le rotte della morte di Francesca Mannocchi – Le ultime tragedie ricordano all’Europa che chiudere una rotta migratoria porta sempre ad aprirne un’altra spesso più pericolosa e comunque illegale. E mentre l’Occidente paga Turchia e Libia per esternalizzare il problema profughi, non si accorge che altri paesi già fragili sono precipitati, come il Libano, con le sue migliaia di profughi siriani, e i loro bambini lasciati morire di sete nel Mediterraneo.

17 settembre

  • Sabra e Shatila, la memoria palestinese. Ieri le commemorazioni delle vittime della strage di 40 anni nel luogo che le ricorda. Un massacro che non viene mai ricordato.
  • il manifesto – Usa, sulla pelle dei migranti – 50 persone che avevano attraversato il confine dal Messico sono state «spedite» come pacchi a Martha’s Vineyard, isola-resort al largo del Massachusetts. Le persone erano state reclutate nei centri accoglienza texani ed invitate ad imbarcarsi su voli speciali con l’assicurazione di essere diretti a Boston dove sarebbero stati assistiti per formalizzare la procedura di richiesta d’asilo.
  • 18 settembre 18 settembre 2008 Castel Volturno, la camorra uccide 6 migranti ghanesi: Kwame Antwi Julius Francis, Affun Yeboa Eric, Christopher Adams, El Hadji Ababa, Samuel Kwako, Jeemes Alex. Quel che accadde in quella notte di sangue fa parte delle pagine più infami della storia della criminalità organizzata italiana.

19 settembre

  • il manifesto – Ong, i porti si allontanano. Sulla Humanity 1 sta per finire l’acqua di Giansandro Merli – Dalla nave evacuati d’urgenza tre neonati: le madri, esauste, non riuscivano più ad allattarli. Il capitano invia una segnalazione al tribunale dei minori di Catania per gli altri 56 minori: vanno tutelati. Nella notte assegnato il porto di Taranto. Durante l’estate aumentate ancora attese e distanze dei luoghi

20 settembre

  • Riforma (settimanale delle chiese evangeliche battiste metodiste e valdesi) – Migrazioni: ci saranno sempre di Davide Demichelis – Le migrazioni non sono giuste o sbagliate: sono. Hanno caratterizzato la storia dell’umanità fin dalle origini, e ci accompagneranno finché un essere umano abiterà questo pianeta. E noi, che cosa vogliamo fare: fermare l’acqua con le mani?
  • Alarm Phone: barca capovolta, 70 naufraghi davanti alla Libia. necessaria un’operazione di salvataggio, urgente, ora.

23 settembre

  • Avvenire – Naufragio al largo della Siria: 81 i morti. Tra loro molti bambini – Il primo ritrovamento di fronte alla costa di Tartus, in Siria, poco lontano dal confine col Libano. L’imbarcazione proveniva dal nord del Libano, venti i sopravvissuti.
  • Le navi della Ong ancora bloccate in Italia. La Sea Wacht 3, nave che pattuglia il Mediterraneo per prestare soccorso ai barconi di migranti, è «di nuovo, arbitrariamente bloccata» a Reggio Calabria. per aver soccorso troppe persone». Ieri mattina, infine, Seabird, il velivolo di Sea Watch, ha individuato un’imbarcazione con 23 migranti tra le onde alte tre metri in zona Sar maltese. Tre navi mercantili sono state dirottate sul posto per cercare di proteggere le persone dal mare agitato, «ma non sono in grado di salvarle a causa delle difficili condizioni meteorologiche», afferma la ong tedesca che chiede un intervento immediato alle autorità maltesi.

24 settembre

  • La Stampa – Libano La strage dei migranti di Francesca Mannocchi – Il naufragio di martedì è il tentativo di fuga che ha causato il maggior numero di vittime dal 2019 in Libano, anno della crisi economico-finanziaria che ha fatto precipitare l’80 per cento della popolazione del paese al di sotto della soglia di povertà. Quando manca il lavoro e i soldi, quando manca da mangiare, a farne le spese sono, sempre, i più vulnerabili tra i vulnerabili.
  • La Stampa – “Scuolabus gratis, ma solo per gli europei” Bufera a Teramo per il sindaco anti-migranti di Monica Serra – «Una discriminazione nei confronti dei bambini sulla base della nazionalità dei genitori, che non può avere alcuna ragione d’essere, se non ideologica». Ed è contraria alla convenzione Onu sui diritti del fanciullo, e al testo unico sull’immigrazione «che impongono per tutti i minori l’accesso alla scuola dell’obbligo e ai servizi a parità di condizione dei cittadini italiani».

25 settembre

  • Avvenire – Quei saldi valori-guida per Italia e per il mondo di Maurizio Ambrosini – Il messaggio del Papa: «Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati», esorta alla fiducia e a riconoscere il contributo dei migranti alla crescita delle società. Grazie a loro possiamo conoscere meglio il mondo e la bellezza della sua diversità, l’importanza del pluralismo religioso e scoprire le nuove energie che offrono alle comunità ecclesiali che li accolgono.
  • Il manifesto – L’economia di Francesco: un nuovo modello dii sviluppo di Luca Kocci – Non abbiamo saputo custodire il pianeta che ora brucia. Serve il buen vivir: la mistica degli aborigeni in rapporto con la terra. Va cambiata la struttura della società, no al maquillage. Cambiare l’economia che uccide con una nuova economia della vita. un’economia di pace e non di guerra, amica della terra che si prende cura del creato e non lo depreda.
  • Avvenire – La Siria sprofonda nella disperazione, undici anni di guerra mai finita. Fughe in mare e il colerà che avanza. Il flusso dei disperati verso l’occidente.
    Mediterranea Saving Humans – “Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati” – Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato – ricorrenza istituita il 6 dicembre 1914 in favore degli emigrati Italiani.

26 settembre

  • il fatto quotidiano – i mondiali sulla pelle degli immigrati sfruttati. Schiavi del football. Per costruire gli stadi gli operai prendono dai 250 ai 350 euro al mese per 11 ore di lavoro al giorno. Morti in 6.500 dal 2010. Quando uno di noi muore su un cantiere, il Qatar non indaga, non vedrete mai scritto “incidente sul lavoro” su un certificato di morte, si maschera l’accaduto in morte naturale.

27 settembre

  • Altreconomia – Il viaggio senza diritti lungo le rotte balcaniche: il punto della situazione, dalla Grecia all’Italia. Un’iniziativa della rete RiVolti ai Balcani fa il punto su quanto accade e su come le persone in movimento, una volta arrivate in Italia, si vedano negare il diritto d’asilo e l’accesso all’accoglienza. Violenza e assenze di tutele continuano a essere i “frutti avvelenati” di una strategia europea che chiude le porte a chi è in transito.
  • Lavialibera – La speranza non è un reato di Luigi Ciotti – Il conflitto in Ucraina ha dimostrato che accoglienza e solidarietà sono possibili. Ora servono politiche che mettano in cima alle priorità la vita delle persone, senza fare alcuna distinzione tra i popoli che necessitano di aiuto. Il razzismo strisciante che detta i titoli dei giornali in molti casi è lo stesso razzismo applicato ai flussi migratori o alle politiche di integrazione: tu sì e tu no, tu mi somigli mentre a te non voglio correre il rischio di somigliare mai.
    La speranza non è reato, mentre sarebbe da introdurre il reato di “selezione delle speranze”.
    29 settembre Africarivista – Eritrea, truppe di Asmara attaccano il Tigray di Redazione Africa – La guerra civile in Tigray è scoppiata nel novembre 2020 e ha provocato la morte di decine di migliaia di persone e oltre due milioni di sfollati, oltre a stragi e violenze contro le popolazioni civili. La situazione all’interno del Tigray rimane terribile, con milioni di persone che non possono comunicare con il resto del mondo. L’Occidente rimane indifferente.