I diari della settimana In primo piano

DIARIO DEL MESE – NOVEMBRE 2022

Un carico residuale?
A chi verrebbe in mente di definire degli esseri umani «carico residuale»? Ci vorrebbe un Primo Levi per farsi spiegare cos’è un «carico residuale» fatto di carne umana, di anime ferite, di sguardi spersi, di famiglie separate: mamme e figli a terra, papà da rispedire ai mittenti da cui scappano. Quando li vediamo scendere dalle navi delle ong, vediamo i “carichi residuali”: persone di ogni età e sesso che baciano la terra, che è loro come nostra, essendovi tutti noi stati gettati senza volerlo. Se quei disgraziati sono un “carico residuale” lo siamo tutti noi. Devoto Oli alla voce carico: «carico, nei trasporti marittimi quello costituito da materiali incoerenti; nei trasporti via terra, quello costituito da merci non confezionate in pacchi». Devoto Oli alla voce residuo: «La rimanenza, più o meno utilizzabile di una quantità o di un’operazione». Gli esseri umani, un carico, un peso, una quantità. Nessuna parola, ancora una volta, viene spesa contro i crimini commessi in Libia dalle autorità del Paese.

Diario dal 1° novembre

1 novembre

  • Avvenire – Controllori, disertori e sovversivi nel Sahel di Mauro Armanino – Esproprio del diritto alla mobilità. L’evidenza che le frontiere dell’Europa giungano fino al Sahel non scandalizza nessuno. I campi di detenzione in Libia, i fili spinati di Ceuta e Melilla in Marocco, le deportazioni in Algeria e le “dissuasioni” volontarie nel Sahel sono la condizione perché il mondo continui a funzionare come deciso dai potenti di turno.

2 novembre

  • Avvenire – Naufragio nell’Egeo, decine di dispersi. L’attesa e l’appello della Croce rossa di Daniela Fassini – Nuovo terribile naufragio in mare. Almeno 60 vittime o dispersi nell’ultima tragedia dell’immigrazione nell’Egeo, fra la Turchia e le isole greche. Mentre le tre navi Ong restano ancora senza porto dopo le numerose e continue richieste alle autorità. «Chiediamo il rispetto del diritto marittimo, grave violazione impedire lo sbarco».
  • Il manifesto – Partiti da Smirne annegano nell’Egeo: decine di morti di Giansandro Merli – dati aggiornati dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) dicono che nel 2022 il Mediterraneo ha inghiottito almeno 1.765 vite. La rotta migratoria più letale resta quella che parte da Libia o Tunisia e arriva in Italia: 1.287 morti.
  • Avvenire -Berlino risponde al governo Meloni: “Soccorrere i profughi salvati dalle Ong” di Nello Scavo – L’ambasciata tedesca “Abbiamo chiesto al governo italiano di prestare velocemente soccorso”. Il “no” a Piantedosi: “Le organizzazioni impegnate nel salvataggio forniscono un contributo importante”

3 novembre

  • Mosaico di Pace – Il memorandum dell’orrore di Tonio Dell’Olio – In barba alla Costituzione e alla Dichiarazione universale dei diritti umani, con il peso delle condanne di oltre 20 dossier delle Nazioni Unite, l’Italia continua a rinnovare quel decreto di morte della civiltà.
  • Avvenire – Il governo contro le Ong: navi pirata Berlino: l’Italia presti subito soccorso di Daniela Fassini – Per la Germania, che ribadisce la posizione della Cedu e dell’Onu, «le organizzazioni civili impegnate nel salvataggio di migranti forniscono un importante contributo al salvataggio di vite umane nel Mediterraneo. Salvare persone in pericolo di vita è la cosa più importante. Abbiamo chiesto al governo italiano di prestare velocemente soccorso».
  • Avvenire – Sulla rotta turca, tra bambini e disabili di Antonio Maria Mira – Ram è arrivato a Santa Maria di Leuca: sulle spalle il fratello paraplegico. Nel mare Egeo, dove due giorni fa si è verificato un tragico naufragio, sempre più viaggi di cittadini afghani e siriani. Il mediatore culturale: le lacrime di chi è ancora vivo dicono tutto.

4 novembre

  • Avvenire – L’Ue: i salvataggi? Un obbligo morale Governo in difesa, altri Sos delle Ong di Daniela Fassini – Dopo Berlino, anche Oslo risponde a Roma: nessuna responsabilità del Paese di bandiera. Prosegue l’attesa delle tre navi umanitarie. Sos Mediterranée chiede aiuto a Grecia, Spagna e Francia, le associazioni rilanciano l’appello: le persone stanno male ed è prevista tempesta in mare.
  • Avvenire – Come capovolgere la spesa militare con la campagna del «sei per mille» di Francesco Gesualdi – Parliamo di pace, ma prepariamo la guerra. L’alternativa è ridurre la spesa militare e costruire percorsi di difesa non armata. Chiediamo una legge per l'”Istituzione del Dipartimento della Difesa Civile non armata e nonviolenta”. Campagna denominata “Sei per la pace, sei per mille”: versare il sei per mille a una realtà che persegue la difesa civile non armata e nonviolenta. E chiederne il rimborso all’Agenzia delle Entrate. Chiunque voglia dare la propria adesione, per dimostrare che in Italia esiste un popolo della pace, è invitato a iscriversi sulla piattaforma https://peacelink.it/seipermille

6 novembre

  • ìLa Stampa – “Dal governo una decisione immorale Nel Mediterraneo peggio di una guerra” intervista a Pietro Bartolo – Non riesce ad accettare che le ragioni della politica possano sopravanzare quelle dell’umanità. «Quando sento dire che bisogna difendere le frontiere, mi domando: dobbiamo difenderci dai bambini, dalle donne, dalle persone che fuggono? Sono nostri nemici, i bambini?».
  • Avvenire – Ispezioni e “soccorsi selettivi”: è scontro L’odissea dei mille sulle navi delle Ong di Nello Scavo – La situazione a bordo delle navi è difficile, come può esserlo dopo dieci giorni in mare, non proprio d’estate, e dopo i mesi passati nei campi di prigionia libici. Ieri sera il via libera all’attracco in porto a Catania per “Humanity 1”, ma le altre tre imbarcazioni delle organizzazioni umanitarie restano nel limbo: «Aiutateci».

7 novembre

  • La Stampa – “Noi rispettiamo le leggi è il governo che le viola” intervista a Cecilia Strada – «Stiamo assistendo alla violazione gravissima dei diritti umani dei naufraghi ma anche di quelli dell’equipaggio delle navi, in attesa da giorni di sbarcare un migliaio di persone in un paese di 60 milioni di abitanti… È difficile ragionare sui bisogni reali degli italiani (lavoro, casa, assistenza sanitaria…) Meglio prendersela con i soliti migranti».
  • La Stampa – Se lo Stato rifiuta i torturati in Libia di Giorgia Linardi – Mentre l’instabilità politica in Libia non consente l’assistenza umanitaria di Onu e Ong nel Paese, viene invece rinnovato l’accordo che utilizza fondi europei per finanziare cattura e detenzione di persone riportate in Libia. Sconcertante il nuovo muro dell’Italia e la selezione arbitraria e illegale di naufraghi, negando loro il diritto di approdare in Italia e chiedere protezione.

8 novembre

  • il manifesto – Il diritto residuo del mare di Fulvio Vassallo – Piantedosi e Salvini minacciano i comandanti delle navi che si rifiuteranno di riportare in acque internazionali persone considerate come “carico residuale” e non obbediranno ad un decreto illegittimo, sia nelle premesse che fanno riferimento a Regolamenti europei ormai abrogati, che nel dispositivo, secondo il quale il comandante della nave, dopo la selezione dei naufraghi “vulnerabili”, dovrebbe uscire dal porto e ritornare in acque internazionali
  • Avvenire – La protesta dei migranti nel limbo «L’Italia deve farli sbarcare subito» di Nello Scavo – «Consentire lo sbarco immediato», chiede l’Onu da Ginevra. «Assicurare lo sbarco» ribadisce l’Unione europea. Il governo italiano sembra essersi messo all’angolo da solo, nella gestione degli sbarchi dalle navi delle Ong, mentre un numero di migranti dieci volte superiore arriva nei porti italiani in autonomia, o massicciamente soccorso dalla Guardia costiera e da navi militari straniere: 600 persone solo ieri.
  • Avvenire – Nel 90% dei casi si arriva in altri modi – perché le ong non sono il problema di Antonio Maria Mira – malgrado le solite accuse alle Ong di essere “i taxi del mare”, le operazioni di salvataggio di queste organizzazioni sono minoritarie, anzi in diminuzione. I numeri parlano chiaro, numeri ufficiali,
    Avvenire – Sono persone, non rifiuti di Maurizio Ambrosini – Il nuovo governo sta cercando di affermare una linea identitaria di stampo sovranista su temi che ritiene popolari, facilmente comunicabili, a basso costo economico e ad alta rendita propagandistica. A spese però dei più deboli, scaricati da una politica cinica e spregiudicata. Vediamo nel merito gli argomenti utilizzati
  • Avvenire – Un carico residuale? di Nello Scavo – A chi verrebbe in mente di definire degli esseri umani «carico residuale»? Ci vorrebbe un Primo Levi per farsi spiegare cos’è un «carico residuale» fatto di carne umana, di anime ferite, di sguardi spersi, di famiglie separate: mamme e figli a terra, papà da rispedire ai mittenti da cui scappano.

9 novembre

  • Avvenire – A terra i 215 della Geo Barents e i 35 della Humanity. Tutte le persone che erano rimaste a bordo dopo la prima operazione di «sbarco selettivo» sono state fatte scendere.
    10 novembre Domani – Migranti, il “male da scrivania” da Eichmann al ministro Piantedosi di Nadia Urbinati – Quando sono scesi dalle navi delle ong, abbiamo visto i “carichi residuali” – persone di ogni età e sesso che baciavano la terra, che è loro come nostra, essendovi tutti noi stati gettati senza volerlo. Se quei disgraziati sono un “carico residuale” lo siamo tutti noi. Realmente, non per buonismo.

11 novembre

  • il manifesto – Lampedusa, sbarca il cadavere di un bimbo. È morto di freddo su un barchino. Aveva 20 giorni. Era un migrante economico, un «carico residuale» o cosa? Forse potrebbe spiegarcelo il ministro..
  • Il manifesto – Vergogna italiana, la Francia accusa e prepara ritorsioni. A Parigi non sono piaciuti i toni di trionfo con cui a Roma è stata commentata la scelta di offrire il porto di Marsiglia come approdo per la nave Ocean Viking con 234 migranti a bordo. Si è conclusa stamani alle 8.30 l’odissea umanitaria della nave Ocean Viking che ha potuto attraccare nel
  • porto di Tolone.
    Adista – La tragicommedia dei porti semichiusi di Domenico Gallo – il linguaggio serve a definire un’identità. Il nuovo esecutivo, con il decreto Rave e con i decreti sui porti semichiusi, ha indossato la camicia nera. Impedire l’attività di soccorso significa pianificare la morte per annegamento di migliaia di persone

13 novembre

  • Papa Francesco «Tanti fratelli e sorelle, provati e sconfortati, migrano in cerca di speranza. Ma se il nostro cuore è ovattato e indifferente, non riusciamo a sentire il loro flebile grido di dolore, a piangere con loro e per loro. Ascoltate la voce dei migranti. Non dobbiamo lasciarci ingannare. Non facciamoci incantare dalle sirene del populismo, che strumentalizza i bisogni del popolo proponendo soluzioni troppo facili e sbrigative. Non seguiamo i falsi messia che proclamano ricette utili solo ad accrescere la ricchezza di pochi».
    Avvenire – «Mandati d’arresto per crimini di guerra e contro i migranti» di Nello Scavo – Un procuratore della Corte penale internazionale (Cpi) si è recato in Libia e ha annunciato al Consiglio di Sicurezza di avere emesso numerosi mandati per crimini di guerra, crimini contro i diritti umani e crimini contro i migranti. I nomi dei destinatari sono ancora coperti da riservatezza, in attesa che il Tribunale dell’Aja convalidi la richiesta della procura.

15 novembre

  • il manifesto – Quei migranti disturbano stabilità e crescita. Specie se provenienti dall’Africa, sono per definizione esclusi.

16 novembre

  • Avvenire – Le mafie libiche ci attaccano basta calunniare gli umanitari – lettera di Mattia Ferrari

18 novembre

  • il Fatto quotidiano – “Le ONG non comunicano con le autorità durante i soccorsi” – smentita la ricostruzione di Piantedosi sulle azioni della nave Geo Barents- le mail della nave Geo Barents che sbugiardano Piantedosi. Msf: “Ecco le comunicazioni della nave, il ministro in Aula ha detto il falso”

19 novembre

  • il manifesto Da sempre il grido «uomo in mare» ha fatto scattare l’opera di soccorso. Il soccorso da parte di qualunque nave sia in condizioni di farlo”. Appello del Comitato per il diritto al soccorso.

20 novembre

  • Mediterranea Saving Humans – Oggi iniziano i mondiali di calcio in Qatar, un paese che presenta numerose violazioni dei diritti umani, in particolare ai danni delle persone migranti, come riportato da Amnesty International. Si stima che circa 6500 persone siano morte costruendo gli stadi che ospiteranno le partite.
    Il manifesto – C’è chi può. Raid israeliano in Siria, uccisi quattro soldati.

21 novembre

  • Mediterranea Saving Humans – Oltre 20 attacchi aerei contro vari territori curdi nel nord della Siria e dell’Iraq, tra cui Kobane, città simbolo della Resistenza curda contro l’Isis, hanno ucciso 15 persone distruggendo un ospedale, una centrale elettrica e un deposito di cereali. Dona https://donate.mediterranearescue.it/torniamoinmare/~mia-donazione… #marejonio #missione14 #primasisalvapoisidiscute
  • Carta di Roma – I migranti invisibili delle rotte terrestri – A Trieste arrivano dalla Rotta Balcanica oltre 100 migranti ogni giorno. A presidiare i punti nevralgici delle rotte di terra, per dare prima assistenza ai migranti, solo le organizzazioni umanitarie e i volontari. Il 10% delle persone che intercettiamo sono minori stranieri non accompagnati, in prevalenza afghani, anche molto piccoli. Respingimenti: un flusso di persone maggiori in ingressi significa che ad Oulx, in Val di Susa, ma ancora di più a Ventimiglia e Mentone, le persone si bloccano perché vengono rispedite indietro dalla polizia francese. A Ventimiglia si stima che i respingimenti da parte della polizia francese saranno 30mila entro la fine dell’anno.

22 novembre

  • il manifesto – Addio a Hebe de Bonafini, madre delle Madres e di 30mila desaparecidos di Claudia Fanti – Non voleva essere ricordata come una «mujer maravilla», ma Hebe de Bonafini, scomparsa alle 9.20 di domenica all’età di 93 anni, di sicuro non è stata una donna comune. Nelle sue ultime volontà aveva chiesto che si pensasse a lei come una madre di 30mila figli scomparsi che non aveva mai smesso di lottare.
  • Il manifesto – Al confine tra Polonia e Bielorussia. «Oltre a respingimenti e percosse, i profughi tra Polonia e Bielorussia sono esposti a un’altra forma di tortura: il muro alto 6 metri e lungo 186 chilometri costruito da Varsavia. Non solo non sta fermando gli arrivi ma, per scavalcarlo, le persone rischiano di cadere e di slogarsi caviglie, rompersi braccia o gambe e perfino di morire».

23 novembre

  • il manifesto – Quegli arrivi via terra che spaventano l’UE più del Mediterraneo. Nei primi dieci mesi dell’anno 128 mila migranti hanno percorso i Balcani per arrivare in Croazia. E da lì proseguire verso nord.

24 novembre

  • Mosaico di Pace – Razzismo – L’afro-fobia in corsia – Sei nero, non toccarmi. Negli ultimi cinque anni, più di 300 professionisti della sanità stranieri hanno lasciato l’Italia per colpa dei pregiudizi sul colore della pelle,

26 novembre

  • il manifesto – 42 milioni per i Centri di permanenza per il rimpatrio dove i migranti sono detenuti senza aver commesso reati.
  • Avvenire –Vertice UE sulle politiche dell’asilo – La preoccupazione fondamentale è fermare l’arrivo dei profughi, non proteggerli. Le persone accolte dovrebbero poter decidere dove ricostruire la propria vita, non essere sballottate attraverso il continente contro la loro volontà. Come se si trattasse di rifiuti tossici da rifilare a qualche vicino perché li smaltisca. Vogliamo un vertice UE che dica: est o sud, i richiedenti asilo sono tutti uguali.

27 novembre

  • Avvenire – Migranti, la lunga fila degli invisibili. Code fuori delle Questure, sempre più difficile fare domanda per gli irregolari.

29 novembre

  • Avvenire – Per 11 giorni sul timone della petroliera, salvi tre migranti – Hanno rischiato la vita ma sono arrivati disidratati e indeboliti. Considerati “passeggeri clandestini” di una nave, verranno rispediti nel Paese di origine.

30 novembre

  • il manifesto – Lavoro e migranti, il governo collega decreto flussi e Reddito di cittadinanza – Piantedosi: “Il numero di lavoratori stranieri sarà al netto di coloro che percepiscono il reddito e possono essere canalizzati verso il mercato del lavoro”. L’obiettivo: limitare gli ingressi di cittadini stranieri e premere con i Paesi di origine per fermare le partenze dei migranti e riprendere quanti verranno rimpatriati.