I diari della settimana In primo piano

DIARIO DELLA SETTIMANA DAL 6 GENNAIO

I 3 motivi per cui Mimmo Lucano e il modello Riace meritano il Nobel per la Pace

Lo scorso dicembre sono state pubblicate le motivazioni della sentenza di condanna a 13 anni e 2 mesi a Mimmo Lucano. Novecento pagine in cui l’ex sindaco di Riace viene descritto come un uomo che, per tornaconto economico e politico personale, ha sfruttato i migranti attraverso un’organizzazione strutturata e finalizzata a conseguire profitti illeciti. “Novecento pagine per ricostruire un disegno criminoso messo in piedi per l’arricchimento personale e in realtà noncurante dell’accoglienza dei migranti. Questo almeno quello che il Tribunale di Locri pretende di fare. In realtà tra queste righe io ci trovo almeno tre motivi per cui Mimmo Lucano meriterebbe il Nobel per la Pace”, Il primo, il perno centrale di tutta la vicenda. Anche se, per stessa ammissione di chi ha redatto le motivazioni della sentenza viene toccato marginalmente nel documento. E cioè che quello che Lucano ha costruito a Riace è un modello riconosciuto apprezzato anche all’estero, descritto dallo stesso Tribunale di Locri come “encomiabile progetto inclusivo”. il secondo motivo per cui Mimmo Lucano merita il Nobel per la Pace: non solo per aver creato un modello di accoglienza utopico rispetto ai grandi centri dove i migranti vengono ammassati, come numeri, non persone, in attesa di qualche documento o di essere rimpatriati, ma anche perché l’arricchimento personale non è mai stato l’obiettivo. E infine: non solo Lucano merita il Nobel per la pace perché ha riscritto il concetto di disobbedienza civile e perché ha accettato le conseguenze di leggi ingiuste per salvare vite umane. In queste 900 pagine si allude a un’organizzazione criminale messa in piedi da Mimmo Lucano. Le organizzazioni criminali, che ahimè conosco bene, sono tutt’altra cosa. Non il modello Riace. Le organizzazioni criminali si arricchiscono sulla pelle degli altri. Le organizzazioni criminali, stiamo parlando di Calabria, di ‘ndrangheta in questo caso, non vogliono che il Paese cresca. Che i redditi delle persone vadano verso la dignità. Perché hanno bisogno di killer a basso costo. Hanno bisogno che le persone per ottenere qualcosa debbano andare dal boss. Non era così a Riace. A Riace sono stati distribuiti diritti. Il modello Riace non lo definirei un modello per i migranti perché questo modello, che funziona sui migranti, ha funzionato anche sui calabresi. È cioè un modello di cittadinanza. Non è solo un modello di accoglienza. Per la prima volta il Sud, solitamente ultimo e inefficiente, è stato il primo a immaginarsi un nuovo modello di cittadinanza.
Roberto Saviano – fanpage.it 10.1.2022

Diario dal 6 gennaio 2022

6 gennaio

  • Avvenire – Brennero, dove c’è l’ultima barriera «Servono 800 euro e puoi passare» di Nello Scavo – Un modo per superare il confine c’è: inviare un messaggio WhatsApp ai trafficanti. Il tariffario dell’ultimo miglio, sempre al rialzo… I migranti devono scegliere rotte sempre più pericolose… Manca una rete organizzata di volontari, come invece avviene nel resto della rotta Balcanica o al confine con la Francia.
  • Mediterranea Saving Humans – In Libia per uscire di prigione o migranti sono costretti a pagare migliaia di dinar (LYD) – Il prezzo varia da prigione a prigione: Abu Salim 3.500 LYD ; Zawia 2.000 LYD; Ghouta Shaal 2.500 LYD; Ain Zara 5.000 LYD
    Il Riformista – Ong salva 110 migranti ma Malta non lo vuole: altro respingimento illegale di Giulio Cavalli – la nave umanitaria Louise Michel ha salvato la vita a 110 naufraghi nella zona di ricerca e salvataggio (SAR) di Malta nel Mediterraneo. Sulla nave sono salite 31 persone, le altre sono salite su una vicina piattaforma di gas della Shell. Malta, che avrebbe dovuto coordinare il soccorso e fornire un porto sicuro, ha preferito che due navi militari tunisine e una nave della cosiddetta guardia costiera libica, prendessero le 80 persone salite sulla piattaforma. Un respingimento illegale in piena regola che ha come responsabili di violazione dei diritti umani, Malta e il colosso petrolifero Shell.
    Mediterranea Saving Humans – Finalmente a terra. Ieri notte i 31 naufraghi soccorsi dalla motonave Louise Michel sono potuti sbarcare a Lampedusa.

7 gennaio

  • Avvenire – Lanterne verdi, Msf lascia la Polonia a causa del continuo rifiuto delle autorità polacche di concedere l’accesso all’area di confine con la Bielorussia dove tante persone hanno un disperato bisogno di assistenza medica. ” impossibile operare”.
  • Avvenire – La vera emergenza migranti è il civile governo dei flussi di Maurizio Ambrosini – C’è ancora chi grida all’ “invasione”. Invece i numeri dei migranti sono molto al di sotto di quelli dello scorso decennio. Nel frattempo, si lamenta la carenza di manodopera! Per ridurre gli arrivi dal mare, impedire il cinico traffico di esseri umani e le richieste di asilo improprie occorre un canale alternativo per ingressi sicuri, legali, ordinati, orientati da subito all’inserimento lavorativo.
  • La Stampa -I volti cancellati delle donne afghane di Francesca Mannocchi – Lévinas e il Volto. I taleban, noi e il volto delle donne. Il destino delle donne afghane ha a che fare anche con la responsabilità nell’affrontare conflitti che l’Occidente ha smesso di combattere faccia-a-faccia. È difficile guardare in faccia il nemico che si uccide, così come guardare il volto di un essere umano che chiede aiuto e rivendica una presenza di libertà con il proprio volto.
  • La Stampa – È arrivata l’ora di cambiare il carcere di Mauro Palma – Nei primi due giorni del nuovo anno due persone detenute si sono suicidate. L’interrogativo inevitabile posto da queste rinunce alla propria vita riguarda la fisionomia attuale del nostro sistema di detenzione.

8 gennaio

  • Avvenire – In Asia la tratta dei lavoratori: 86 milioni costretti all’esodo. Molti reclutati da bande criminali, costituiscono una “risorsa” da utilizzare secondo necessità, senza diritti.
  • Il manifesto – Libia, i 99 giorni di lotta dei dimenticati dal mondo di Giansandro Merli – La comunità internazionale non vuole ascoltarci, denunciano i rifugiati sopravvissuti al rastrellamento dello scorso ottobre e ai centri di prigionia, da oltre tre mesi in presidio permanente davanti alla sede dell’Agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite. Le richieste di evacuazione verso un qualsiasi paese dove non rischino la vita a ogni passo sono cadute nel vuoto. Intanto tre persone sono state uccise. Nuovi arresti migranti a Sabratha e Tripoli.
  • Spotlight/Rai – Da dove partono le piroghe. Viaggio sulla rotta atlantica verso le Canarie. di Valerio Cataldi – Dal Senegal partono a centinaia a bordo di piroghe di legno per un viaggio in mare dove se le barche affondano nessuno le vede. Dal Senegal alle Canarie sono quasi mille miglia, sei volte la distanza tra la Liba e Lampedusa. Un viaggio di due settimane che spesso si trasforma in un naufragio. Si parla di migliaia di morti ogni anno. Eppure, si parte lo stesso. Non c’è alternativa all’avventurarsi in mare verso condizioni di vita umane.

9 gennaio

  • Avvenire – Etiopia, la guerra nascosta, dove i fatti sono sistematicamente negati – Droni contro profughi: 56 morti, decine di feriti – Raid dell’aviazione etiope su un campo profughi del Tigrai, tra le vittime bambini di una scuola. Pochi giorni prima, un bombardamento contro un altro campo profughi aveva causato altre vittime, tra cui due bambini.
  • Avvenire – È intrecciato il futuro d’Europa e giovane Africa di Giulio Albanese. Mentre in Europa e ancor più in Italia si fanno meno figli, il continente africano sta registrando una crescita esponenziale a livello demografico e un africano su due ha meno di 18 anni. Gli esperti stimano che in Africa si registrerà un graduale e costante aumento della popolazione in età lavorativa. Si spiega anche così il tema dei movimenti di persone verso il nostro continente. Spostamenti spesso accompagnati da inaccettabili naufragi nel vasto “cimitero liquido” del Mediterraneo. Subito un Patto Migratorio che possa ridare dignità alla mobilità umana, scongiurare ogni forma di tratta delle persone e lo sfruttamento nel lavoro.
  • L’Espresso – Botte ricatti ai migranti. Nuovi schiavi del tessile di Sara Lucaroni – Succede alla luce del sole nel distretto tessile pratese
  • Il manifesto – il cargo saudita Bahri Yanbu domani a La Spezia: “Vogliamo sapere se traporta armi” – La denuncia dei portuali: negli Stati Uniti il cargo ha caricato materiale bellico. Non vogliamo caricare altre armi dirette in Arabia Saudita. (“chiudere i porti alla guerra” è una iniziativa proposta da padre Alex Zanotelli per fermare gli armamenti e le guerre – vedi premessa al diario dal 20.10.21)
  • La Stampa – Nostalgia di Kabul di Francesca Mannocchi – La vita di Fahim Sadt, fino allo scorso agosto era a capo del dipartimento di relazioni internazionali della Kardan University, a Kabul, dove ragazzi e ragazze studiavano assieme, sviluppavano progetti per un nuovo Afghanistan fatto di diritti civili, emancipazione femminile. Ora la sua nuova vita, in Germania, è quella di rifugiato, in un paese di cui sta imparando la lingua, in cui si sente al contempo accolto e respinto…

12 gennaio

  •  Avvenire – Libia, Msf conferma le violenze: «Migranti accoltellati e bastonati» di Nello Scavo – «Più di 600 persone che chiedevano di essere evacuate dalla Libia sono state arrestate e trasferite ad Ain Zara dove sono già trattenute centinaia di migranti e rifugiati in celle sovraffollate. Persone traumatizzate, con ferite da taglio, segni di percosse, genitori picchiati e separati dai figli». Nel porto di Trapani “fermo amministrativo” per Ocean Viking, nave umanitaria impegnata nel soccorso dei migranti nel Mediterraneo che, dall’inizio della sua attività di soccorso, ha già salvato 5.108 naufraghi.
  • Il manifesto- Diritti, migranti, centralità del parlamento UE – Sassoli, da europeista convinto, ha lavorato per dare maggiore centralità al Parlamento europeo, l’unica istituzione che ha un vero legame con i cittadini, eletta direttamente. Al primo lockdown, ha aperto le porte dell’istituzione per accogliere i senza tetto, in particolare le donne sole, a cui ha offerto una mensa. Ha esercitato tutta la pressione possibile sulla Commissione e sul Consiglio per mantenere la “condizionalità” tra rispetto dello stato di diritto e versamento dei finanziamenti (legame spezzato da Ungheria e Polonia), ha insistito sulla necessità di accogliere i profughi, ha invitato la capitana Carola Rackete in aula, per il 70esimo anniversario del discorso fondatore di Robert Schumann ha invitato le ong che si occupano di migranti.
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David Sassoli, uomo libero, antifascista, una vita generosa, dal giornalismo alla politica, sempre dalla parte dei più deboli. Lo ricordiamo con le sue parole, già incluse nel diario dal 17.11.21
Siamo di fronte a un certo “degrado morale che mette seriamente in pericolo i valori della democrazia europea”. “L’Unione non può diventare una fortezza contro la povera gente che scappa per la guerra, la fame o da regimi infami. Proteggere i nostri confini, specie quando sono minacciati da regimi autoritari, è un dovere nei confronti dei nostri cittadini, ma alzare muri contro persone disperate sarebbe rinnegare i nostri valori e perdere la nostra umanità”. È un’iniziativa “da respingere decisamente nei suoi fondamenti. L’unica soluzione è una politica comune europea che salvaguardi il diritto d’asilo e regoli i flussi migratori. I Paesi di frontiera non possono essere lasciati da soli a gestire questi fenomeni e ne sa qualcosa anche l’Italia”. Comunque, “davanti a un muro, non sparisce l’immigrazione, cambiano soltanto le rotte. Occorre assumere le frontiere esterne come frontiere di tutti e lavorare per soluzioni comuni”.
David Sassoli