I diari della settimana In primo piano

DIARIO DELLA SETTIMANA DAL 13 GENNAIO

Il mio posto è nella strada perché è lì che accadono le cose

Ai nostri confini di terra non c’è nessun migrante a cui sia riconosciuta la dignità del suo essere umano, non c’è nessun bambino che nasce nello splendore della vita.
Nasce invece nel fango, nella terra, in una capanna di stracci e plastica, tra mani amorevoli di madri e padri che li hanno desiderati e che fuggono da guerre e persecuzioni per dare loro un futuro.
Non hanno un nome, si chiamano solo migranti.
Un migrante è una non persona: non appartiene al regno degli umani, ma solo a quello degli ultimi della terra, gli invisibili che non sono degni di vita e neppure di morte e di sepoltura.
Pochi giorni fa, ai nostri confini di terra, è morta una bambina curda di dieci anni affogata in due metri d’acqua strappata dalla furia del torrente Dragogna dalle mani della madre che la sorreggeva.
Poco più in là un ragazzo bengalese è morto congelato ai piedi di un albero. Una morte atroce che poteva esser risparmiata.
La nostra umana disumanità erge muri, barriere, fa volare droni, cattura esseri umani come prede di caccia, li fa morire nei boschi dei Balcani come in quelli della Polonia.
I confini ci restituiscono corpi spezzati, ridotti a ossa, a muscoli, braccia gambe, fango, polvere.
«L’altro sono io» dicevano le madri di Plaza de Majo.
L’altro ha braccia, occhi, pensieri.
«È lui che è sacro nella sua interezza e che in fondo al cuore si aspetta invincibilmente che gli venga fatto del bene e non del male»: così Simone Weil.
Quando però alcuni bambini hanno perso l’infanzia, quando non sanno più giocare, quando ritengono normale essere cacciati e catturati come bestie o morire nei fiumi o vedere i loro padri picchiati, derubati, denudati, le madri gettate nelle acque dei fiumi, abbiamo fallito tutti.
Solo una voce può elevarsi ed è la voce della cura e della solidarietà.
Noi sorelle di vita siamo quelle che possiamo dire al mondo che nel regno dei bambini morti o senza infanzia non c’è nessuno scontro di civiltà, di invasione o di occupazione.
La morte di un bambino è la morte del mondo intero.
Dopo la morte della bambina curda o di un’altra bambina di nome Amina travolta da un treno lungo i binari della rotta balcanica, dopo la morte di un qualsiasi bambino non ce n’è più un altro.
Noi sorelle di vita abbiamo sacra la vita, noi sappiamo che non c’è nessun dio e nessuna giustizia finché queste cose accadono.
Noi siamo “testimoni”; a noi spetta restituire e riparare quello che la vita ci ha dato e che ha tolto a loro.
A noi infine spetta ridare dignità a tutti coloro che vogliono vivere una vita degna di essere vissuta.
Lo possiamo fare: basta stare là “dove bisogna stare”.
Il mio posto è nella strada perché è lì che accadono le cose.
Lorena Fornasir – Linea d’ombra, Trieste

Diario dal 13 gennaio 2022

14 gennaio

  • La Stampa – Il confine dimenticato di Monica Perosino – Lontano dagli occhi e dal cuore dell’Europa si continua a morire sulla frontiera della vergogna. Ma morire non basta. Prima ci sono le torture con le scariche elettriche, le percosse con i bastoni e i calci delle pistole, i giochi delle guardie, che liberano i cani, e solo chi corre abbastanza velocemente si salva. Ci sono bambini separati dalle famiglie, che vagano soli nella foresta finché qualcuno non li troverà. Se qualcuno li troverà. Sei mesi dopo l’inizio della “guerra ibrida” della Bielorussia alla Polonia, migliaia di vite sono ancora imprigionate e torturate al confine, in quella zona rossa che resta proibita, nonostante i proclami, alle Ong e ai media internazionali. In mezzo ci sono le torture, i morti di freddo (Ventidue i corpi assiderati ritrovati dalle ong fino ad ora), l’orrore. L’Europa tace, mentre si sta consumando un disastro umanitario senza precedenti.
    La Stampa – Prove inconfutabili delle violenze e l’Europa si volta dall’altra parte” intervista a Kyle McNally a cura di Monica Perosino – Aumento drammatico di problemi di salute mentale, autolesionismo e tentativi di suicidio. Perché i migranti alla frontiera, piegati dalla violenza e dal freddo estremo, spinti avanti e ricacciati indietro e nella migliore delle ipotesi reclusi, non riescono a vedere nessun tipo di futuro. Msf è costretta ad andarsene dalla Polonia, ma continua ad operare in Bielorussia e Lituania.

15 gennaio

  • Avvenire – I bambini «lanciati» alla deriva Così la Grecia respinge i migranti di Vincenzo R. Spagnolo – l caso segnalato dall’Organizzazione non governativa Aegean Boat Report. La Guardia costiera ellenica rimette in acqua verso la Turchia un gruppo di 25 persone, tra cui 17 piccoli, sbarcato a Lesbo. I testimoni riferiscono anche di percosse. «È stato barbaro, si sono divertiti trattandoci come se non fossimo umani» .Da rilevare che la Guardia costiera ellenica è formata da personale di uno Stato dell’Unione europea, tenuto al rispetto dei diritti umani e delle convenzioni internazionali. questo tipo di pratiche va avanti da «oltre 22 mesi», con oltre «25mila persone respinte illegalmente nel Mar Egeo, 485 zattere di salvataggio trovate alla deriva con a bordo 8.400 persone»

  • Avvenire – L’Italia rompa il fronte Nato «Firmi lo stop all’atomica» di Lucia Capuzzi – Appello di Azione Cattolica, Acli, Comunità Giovanni XXIII, Focolari, Pax Christi: L’Italia ratifichi il Trattato Onu di proibizione delle Armi nucleari unendosi così agli oltre cinquanta Stati che l’hanno già fatto. Dal territorio del nostro Paese siano eliminate tutte le armi nucleari che vi sono state stanziate. In Italia, nelle basi di Aviano (Pordenone) e di Ghedi (Brescia), sono presenti ordigni nucleari (B61), una quarantina circa. E nella base di Ghedi si stanno ampliando le strutture per poter ospitare i nuovi cacciabombardieri F35, ognuno dal costo di almeno 155 milioni di euro, in grado di trasportare nuovi ordigni atomici ancora più potenti (B61-12). Il nostro Paese si è impegnato ad acquistare 90 cacciabombardieri F35 per una spesa complessiva di oltre 14 miliardi di euro, cui vanno aggiunti i costi di manutenzione e quelli relativi alla loro operosità.
  • Avvenire – Muore di freddo un sudanese, la prima tragedia nella Manica del 2022 – Un uomo di origini sudanesi è morto di ipotermia e altre trenta persone sono state salvate dai servizi di soccorso francesi della guardia costiera mentre cercavano di attraversare la Manica per arrivare nel Regno Unito. L’uomo è caduto in mare quando il gommone si è trovato in difficoltà vicino alla costa francese
    Mediterranea Saving Humans – la nave Mare Jonio è salpata da Trapani per una nuova missione di soccorso nel Mediterraneo centrale.

16 gennaio

  • La Stampa Ritorno a Kabul, che muore di fame. Il prezzo della pace di Francesca Mannocchi – Il volo che arriva a Kabul è, dunque, già un’istantanea: un Paese al maschile che ha bisogno di aiuti per non morire di fame. Della confusione di agosto, nelle vie che circondano lo scalo, non resta niente. Non ci sono donne, non ci sono suoni se non la voce del muezzin che chiama i fedeli alla preghiera.

18 gennaio

  • Avvenire – Il decreto flussi è in vigore: ingressi per 69.700 – La pubblicazione ieri in Gazzetta Ufficiale: via libera a quote più che raddoppiate rispetto agli ultimi anni. Il nodo irrisolto della “programmazione transitoria” e i criteri che mancano – L’ultimo documento di cui si ha notizia è relativo al triennio 2007-2009, rimasto eternamente “in fase di elaborazione”. Da allora, nessuno dei governi che si sono succeduti ha voluto cimentarsi nel compito, politicamente audace, del governo delle migrazioni economiche, e tutti hanno finito col ridurre la questione al contrasto dell’immigrazione irregolare.
  • Avvenire – Complicità nei crimini sui migranti «L’Aja ora processi Malta e Italia» di Nello Scavo – Nel documento dei giuristi alla Corte dell’Aja viene ricostruita la “filiera della tortura” e si qualifica «il supporto fornito da Italia e Malta come una forma di contributo ai crimini commessi contro i migranti nei centri di detenzione. Il Governo e il Parlamento rispondano sui crimini conto l’umanità. Gravi imbarazzi a Bruxelles, che ha sostenuto e cofinanziato le iniziative.
  • Mosaico di Pace – I ladri di terra in Amazzonia di Tonio Dell’Olio – Lucia Capuzzi su Avvenire ci riporta alla minaccia continua che tortura la vita delle piccole comunità di contadini e delle famiglie che abitano l’Amazzonia brasiliana del Maranhão. Si tratta dell’accaparramento delle terre da parte di multinazionali e latifondisti che esibiscono falsi certificati di proprietà spesso con l’appoggio o la complicità delle stesse istituzioni politiche e amministrative che dovrebbero difenderli. Sono storie di minacce e di soprusi, di omicidi e di devastazione della terra, di annientamento delle biodiversità e dell’imposizione di monocolture. Sono racconti di resistenza e di amore per la terra.
  • Avvenire – Colombia – Trucidato Breiner David, indigeno Nasa della regione Cauca, ambientalista 14enne di Lucia Capuzzi. In un anno uccisi 145 attivisti
  • Avvenire – La guerra delle spie tra Ankara e Roma per il controllo di Tripoli di Nello Scavo – Il governo libico ha nominato a capo del Dipartimento contro l’immigrazione illegale il capomilizia filoturco Mohammed al-Khoja, accusato da varie organizzazioni internazionali e dalle agenzie Onu d’essere legato al traffico di persone. Il Dcim amministra, attraverso i clan sul territorio, i campi di prigionia ufficiali. Compreso quello di Tarik al-Sikka, gestito personalmente da al-Khoja. La sua nomina svela la follia del sostegno finanziario dell’Ue, dato che i destinatari dei fondi europei e le milizie che trafficano in persone sono spesso la stessa cosa. L’Ue aveva inizialmente concesso gli stanziamenti per equipaggiare e addestrare i guardacoste libici a patto che sulle motovedette venissero montate delle videocamere. Le registrazioni avrebbero permesso di valutare l’effettiva capacità operativa e il trattamento a bordo delle persone intercettate in mare. Ma il commissario Ue agli Esteri, Josep Borrell, ha spiegato che «la Commissione non è al corrente della presenza di videocamere a bordo delle motovedette della Guardia costiera libica» e non dispone di video delle operazioni della guardia costiera libica». La Turchia considera la Libia terra di propria influenza e, dai guardacoste in mare agli aguzzini sul terreno, tiene le redini della principale arma di ricatto contro l’Europa: il flusso migratorio.

19 gennaio

  • il manifesto – Frontiere, architetture del potere di Iain Chambers – Oggi, dalle steppe dell’Asia occidentale al Mar Mediterraneo, c’è una drammatica ed esplicita rievocazione del controllo del mondo che è coloniale negli intenti e imperiale nella sua portata. La violenza strutturale della disuguaglianza planetaria che stimola la migrazione contemporanea e rivolte sociali ha riaperto le porte del passato. Migranti e minoranze, contestati da ferventi nazionalismi e dall’universalismo parrocchiale dell’identità, mettono in crisi il presunto illuminismo del progresso. I confini per alcuni rappresentano solo dei timbri su un passaporto, per altri una barriera apparentemente impossibile.
  • Mediterranea Saving Humans – Video informativo sulla sicurezza in mare –Controllare il meteo su windy.com prima della partenza, indossare sempre un giubbotto di salvataggio, abbastanza carburante, cibo, acqua, vestiti caldi e tante informazioni per le persone che devono affrontare il mare, su come rispondere alle spinte illegali, sull’attraversamento confini e altro in un video prodotto da Alarm Phone, disponibile in arabo, inglese, farsi, francese e turco
  • Alarm Phone – Più di 40 migranti, tra cui 3 neonati, hanno perso la vita dopo che la loro barca si è capovolta mentre si dirigeva verso le isole Canarie. Nonostante fossero state avvisate, le autorità marocchine non sono intervenute fino a 11 ore dopo! Siamo di fronte a un sistema di morte organizzato e politicamente assunto dagli Stati europei. Soccorso ad un’altra barca in difficoltà e salvate 62 persone, tra loro una donna incinta che ha partorito durante il viaggio.