I diari della settimana In primo piano

DIARIO DELLA SETTIMANA DALL’8 DICEMBRE

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI
Art.1 – Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti.
Art.2 – Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione.
Art.3 – Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona.
Art. 4 – Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù; la schiavitù e la tratta degli schiavi saranno proibite sotto qualsiasi forma.
Art. 5 – Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizione crudeli, inumani o degradanti.

Il 10 dicembre 1948 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, riunita nella sua terza sessione, approvò la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. La Dichiarazione divenne il pilastro di un nuovo ordine di relazioni internazionali inteso a prevenire il ripetersi degli orrori di due guerre mondiali, del nazifascismo e della tragedia di Hiroshima e Nagasaki, le cui immagini erano ancora fresche negli occhi del mondo. Basato sul principio per cui il modo in cui una nazione tratta i suoi cittadini non riguarda soltanto quel paese e non è esente da controlli esterni, quel nuovo ordine si è presto rivelato illusorio – in un mondo in cui la salvaguardia dei diritti umani si fa spesso pretesto per interventi armati o pressioni economiche. Oggi questo prezioso documento ha collezionato una lunga serie di violazioni e strappi. Soprattutto per quanto riguarda i diritti delle donne, dei migranti, le guerre scomode, le stragi lontane da noi. Se le guerre, le stragi, i diritti umani violati non si vedono e non vengono raccontati, è come se non esistessero. Chi controlla le informazioni decide che cosa raccontare e cosa no. Gli Stati membri delle Nazioni Unire sono 193 e le violazioni dei diritti umani sono una piaga mondiale, come testimoniano i rapporti delle organizzazioni internazionali.

Diario dalL’8 dicembre

8 dicembre

  • La Stampa – “Arresti di massa e diritti negati ora riapriamo il dossier Egitto” intervista a Emma Bonino – Oggi è la giornata in cui immedesimarsi nella gioia di Zaki e dei suoi famigliari. Bisogna fare un passo ulteriore e aprire il dossier Egitto. Per non ignorare tutti gli altri che in Egitto continuano a lottare al buio.

9 dicembre

  • Nigrizia – Si muore lungo la frontiera bielorussa. Si muore senza che sia possibile testimoniare quel che accade. Vietato l’accesso al confine per giornalisti, operatori umanitari e deputati europarlamentari. E mentre si erigono barriere, per venire incontro a questi paesi, la commissione europea ha proposto, i primi di dicembre, misure eccezionali e temporanee che consentono a Polonia, Lettonia e Lituania di rimpatriare con maggiore flessibilità chi entra irregolarmente dal confine bielorusso. Procedure rapide che, riconosciute dalle istituzioni europee, finiscono per normalizzare la disumanizzazione dei rimpatri.
  • Nigrizia – In aumento la vendita di armi nel mondo – I dati del Sipri (Stockholm International Peace Research Institute). Nonostante la pandemia abbia rallentato la produzione industriale in tutto il mondo, nel 2020 le 100 più importanti società del settore armiero hanno portato a casa 531 miliardi di dollari, l’1,3% in più rispetto al 2019, il 17% in più rispetto al 2015. Da 6 anni, insomma, il comparto delle armi cresce senza sosta e senza subire più di tanto la crisi economica generata dalla diffusione del virus e dai lockdown e dalle restrizioni anti-contagio. Anche il comparto italiano delle armi ha segnato una crescita del 2,4% rispetto al 2019 con un exploit della Fincantieri, costruttore navale, che ha registrato un aumento del 23% nelle vendite di armi nel 2020. «La spesa militare mondiale è raddoppiata dal 2000 ed è in aumento in tutte le regioni del mondo – sostengono in un appello 50 Premi Nobel – i singoli governi sono sotto pressione per aumentare le spese militari perché gli altri lo fanno». È la corsa agli armamenti. Un colossale spreco di risorse che potrebbero essere utilizzate molto più saggiamente».

10 dicembre

  • il manifesto – Migranti come selvaggina. Scene di caccia ai confini UE – Il divieto deciso dalle autorità polacche di soccorrere i profughi bloccati da settimane alla frontiera equivale a una condanna a morte per uomini, donne e bambini. Partorire di nascosto in un sacco a pelo, ai margini di un bosco e in un territorio militarizzato. E’ successo a una donna che, assistita dal marito e dal figlioletto di quattro anni, nascosta tra gli alberi ha dato alla luce un bambino con il terrore di essere scoperta dai soldati. Succede anche questo in Polonia, Stato dell’Unione europea, se si ha la sfortuna di essere una famiglia di migranti bloccata al confine con la Bielorussia. Il cordone ombelicale è stato legato con un laccio, poi tagliato con i denti.
  • La Stampa – La lezione di Giulio e Patrick: un altro mondo è possibile di Luigi Ciotti – Un altro mondo è possibile, ma solo se ciascuno di noi si sente responsabile di costruirlo, difenderlo e alimentarlo. Tenere alta l’attenzione sul destino giudiziario di Patrick. Non dimenticare il buco nero e la vergogna della vicenda di Giulio Regeni. Degrado culturale e di perdita di civiltà: l’etica non ammette mediazioni o negoziati (vedi forniture militari all’Egitto!).
  • La Stampa – Quando aprono la porta della tua cella di Liliana Segre – Quando la porta di una cella si apre, si aprono speranze e angosce, possono annunciarti la libertà, oppure un’esecuzione, consegnarti una lettera dei tuoi cari o portarti nella camera delle torture. Per Patrick Zaki questa volta si è aperta una speranza… nessun giovane dovrebbe mai finire in una cella, senza aver fatto nulla di male. A me successe che avevo 13 anni e so bene cosa significa.

11 dicembre

  • Il Piccolo – Trovato il corpo della bambina turca di 10 anni, travolta da un fiume che stava cercando di attraversare con la famiglia, al confine tra Croazia e Slovenia. Un’altra morte che l’Europa non ha voluto evitare. È giusto morire oggi per un sogno? Che colpa aveva la bambina turca di 10 anni, sordomuta, che con la mamma e i 3 fratelli cercava quel sogno, fatto di pace, lavoro, scuola, amici… normalità. Nessuna colpa.
  • Avvenire – Disperati in fuga da Kabul di Luca Liverani – Il dramma dell’Afghanistan è già scomparso dall’attenzione di giornali e opinione pubblica: Quello al confine tra Bielorussia e Polonia si consuma nell’indifferenza delle istituzioni europee. Lo stesso nel Mediterraneo, sulla Manica, alle Baleari. Sulle frontiere dell’Unione europea continua la sofferenza di bambini, donne e uomini. Ma, come sempre, anche in questi casi i riflettori mediatici si sono spenti in fretta.
  • Avvenire – La strage dei disperati stipati dentro il camion – in Messico 54 i morti fra i 200 profughi dal Guatemala che speravano di entrare negli Stati Uniti. Erano stipati come sardine, in mano a trafficanti di uomini. Relativamente alla politica degli Stati Uniti sull’immigrazione, si segnala che Biden ha reintrodotto le espulsioni volute da Trump. Tra settembre 2020 e settembre 2021, 1milione e 700.000mila migranti sono stati fermati al confine Messico-USA.
  • il manifesto – Si dimette il capo dipartimento libertà civili e immigrazione, dopo l’inchiesta che vede coinvolta la moglie Era stato prefetto a Reggio Calabria dal 2017 al 2019. –Premiato da Salvini, Dopo il suo avvio alle ispezioni su Riace e Lucano, era stato premiato e chiamato da Salvini a gestire tutta la questione migranti, dall’accoglienza, alle autorizzazioni per i porti sbarco, dai progetti per l’integrazione alla lotta all’illegalità. Poi confermato al vertice del dipartimento Immigrazione anche dai governi Conte e Draghi. Le piaghe del caporalato, del neoschiavismo, delle baraccopoli come Rosarno e Foggia sono i frutti marci di una politica delle migrazioni fallimentare. Domenico Lucano: Michele Di Bari ha distrutto Riace. Quando arrivò in prefettura, per noi cambiò tutto.

12 dicembre

  • La Stampa – Se il caporalato nero diventa una “scoperta” di Karima Moual – Sfruttamento e lavoro nero: si finge di non avere gli strumenti per combatterlo quando basterebbe investire nella legalità. Quella vera però, che non chiede alla persona fragile e già sfruttata di pagare una somma di denaro per uscire dalla gabbia (vedi sanatoria Bellanova). I lavoratori sfruttati e schiavizzati, sono rese fragili perché senza documenti e perfetta manovalanza per l’illegalità.
  • La Stampa – Salviamo i migranti dall’oblio di Jean-René Bilongo – Il caporalato è una lacerante insidia dell’economia del lavoro dipendente, specie in agricoltura, che in Italia l’agricoltura occupa oltre un milione di persone. Paghe misere, orari di lavoro proibitivi, negazione di riposo o ferie, intimidazioni, violenza. Non possiamo trascurare che la Bossi- Fini è una delle cause, ha generato un esercito di invisibili consegnati di fatto alle grinfie dei caporali.

13 dicembre

  • 13.12.2011 – 10 anni fa strage razzista a Firenze. Alle 12.30 in piazza Dalmazia, Gianluca Casseri, noto simpatizzante e attivista di Casa Pound, spara ad alcuni senegalesi, uccidendo Samb Modou e Diop Mor. Moustapha Dieng si salva ma rimane gravemente ferito alla schiena e alla gola. Dopo l’azione omicida, l’attentatore fugge a bordo della sua auto. Casseri viene localizzato verso le 15.00 nelle vicinanze del Mercato Centrale di San Lorenzo. Casseri procede con la sua missione omicida e spara a Sougou Mor, ferendolo gravemente, e a Mbengue Cheikh, che si salva. La polizia riesce infine a individuare Casseri nel parcheggio sotterraneo del Mercato dove, sentendosi braccato, si uccide.

14 dicembre

  • Corriere della Sera – Ecco perché difendo il modello Riace di Lucano di Roberto Saviano – La scelta non è tra accogliere e non accogliere. L’unica scelta che abbiamo è tra accogliere bene ed accogliere male. Quando si alzano i muri si costringono le persone a percorrere rotte più pericolose. Quando si nega la libertà di movimento si incoraggia l’industria del traffico di esseri umani. Infine, quando si nega una buona accoglienza a chi rischiando la vita e a qualsiasi costo prova ad avere una nuova vita, si ingrossano le fila degli schiavi alla mercé dell’industria dello sfruttamento: nei campi, nella prostituzione, nella manodopera a nero di ogni forma e specie. Riace ha fatto il contrario, il modello Riace ci ha insegnato che l’accoglienza fa bene non solo a chi è accolto ma anche a chi accoglie.
  • Avvenire – a ridosso della frontiera tra Serbia e Ungheria, pullmino si schianta per sfuggire ai controlli, 7 migranti morti in Ungheria. La nazionalità delle sette vittime non è stata ancora precisata. Al confine con l’Ungheria, nella sola scorsa settimana, 2.419 migranti sono stati fermati. Poco meno di un mese fa, il 19 novembre, si era registrato un altro incidente stradale lungo la rotta balcanica. A nord della Grecia, un mezzo si è schiantato contro un casello autostradale. Dei migranti a bordo, 8 sono morti e 7 sono rimasti feriti.
    La Repubblica – Cpr Torino, tra i migranti aumentano i casi di autolesionismo di Luigi Manconi – Tra ottobre e novembre si registra, in media, più di un “atto anticonservativo” al giorno. Il Siulp provinciale parla di “simulazioni” per uscire dalle strutture. Interviene dal Comune la Garante dei diritti delle persone private della libertà: «La presunzione con cui si parla di “tentativi di simulazione” lascia senza parole». «Rispetto al diritto fondamentale alla conservazione della propria vita, non esistono persone che meritino meno tutela: ma, al contrario, la massima attenzione».
  • Avvenire – Presentato lo studio della Fondazione Migrantes sulla situazione migratoria, italiana ed europea. Nell’Unione Europea si è registrato un calo degli arrivi “irregolari” di rifugiati e migranti (- 12% rispetto al 2019) e i richiedenti asilo sono crollati di ben un terzo. Basta allarmismi. L’allarme vero sono i profughi chiusi nei campi profughi, veri e propri lager, in Libia, Grecia, Turchia e quelli che vengono catturati e respinti nel Mediterraneo ed alle frontiere orientali dell’Europa. Nel 2021 più morti nel Mediterraneo rispetto al 2020. Il rapporto Migrantes, inoltre, denuncia la “criminalizzazione” delle Ong quando, sia salvataggi che assistenza ai migranti, pesa quasi esclusivamente su volontari.

15 dicembre

  • il manifesto – Nel mondo aumentano i rifugiati, ma l’Europa fa eccezione di Giansandro Merli – Un altro articolo sul rapporto 2021 della fondazione Migrantes. Nonostante le evidenze mostrino che l’Europa non è sotto invasione, la politica europea continua a essere ostile verso i rifugiati. Le persone inghiottite dal mare: 1.315 morti accertati nella sola rotta centrale; 30.990 le persone riportate a Tripoli dalla «guardia costiera» libica. Nei soli centri di prigionia ufficiali del paese nordafricano ai primi di ottobre erano rinchiusi, in condizioni che le agenzie Onu definiscono inumane, circa 10mila tra donne, uomini e minori. A gennaio erano 1.100. Dietro questi numeri ci sono storie, volti e sofferenze di migliaia di essere umani condannati a torture e morte dalle politiche europee e, rispetto alla Libia, soprattutto italiane.