I diari della settimana In primo piano

DIARIO DELLA SETTIMANA DAL 17 MARZO

Uno squilibrio di terrore

Ho capito, Signore. La pace non me la può dare nessuno. È inutile che speri. I governi, gli stati, i continenti hanno bisogno di pace anche loro e non ne sono capaci. E camminano tutti su strade sbagliate. Essi pensano che la pace si possa ottenere con le armi, incutendo paura agli altri stati e agli altri continenti.  E intanto si armano, e studiano sistemi sempre più potenti e micidiali. Tutti vogliono essere forti. Dicono: solo un forte può imporre il rispetto e la pace. Come se la pace fosse un fatto di imposizione e non d’amore. Io non ho mai visto che ci sia pace per queste strade. Questo è uno squilibrio di terrore: un’altra maniera per essere schiavi; una maniera apparentemente civile. Invece è barbarie come tutte le altre barbarie.

David Maria Turoldo – 1967

Diario dal 17 marzo

17 marzo

  • Mosaico di pace – Tanto per incoraggiare la pace di Tonio Dell’Olio – Si è approfittato del Decreto Ucraina per far crescere la spesa di armi per decreto e consenso. Nella giornata di ieri la Camera dei Deputati ha approvato a larghissima maggioranza un ordine del giorno che impegna il governo ad avviare l’incremento delle spese per la Difesa verso il traguardo del 2% del Pil. Nei prossimi dieci anni, si dovrà passare dagli attuali 25 miliardi di budget a circa 40. Tra la massa di coloro che hanno votato a favore (391 voti favorevoli su 421 presenti, 19 voti contrari) ce ne sono moltissimi di quelli che gridano “Viva il Papa” ogni volta che ripete di ridurre la spese delle armi a favore di quelle sociali. E ci sono pure quelli che dicono che bisogna creare un clima di fiducia tra le nazioni con la cooperazione e il dialogo. 104 milioni di euro al giorno. E adesso pensate a quante cose si potrebbero realizzare in questo nostro Belpaese con 104 milioni al giorno.
  • Nigrizia – Guerini, una macchina da guerra di Gianni Ballarini – E’ il ministro della difesa il garante della Nato, osannato da militari e industrie di settore. E’ da anni che annuncia la necessità di incrementare le spese per la difesa e soprattutto di finanziare il complesso militare-industriale italiano». La guerra ha fatto il miracolo (si fa per dire) di accelerare i tempi.
  • Il manifesto – Andiamo in Ucraina per interporci alla guerra» di Giansandro Merli – Tanti i Sì alla proposta di una marcia europea in Ucraina lanciata da Luca Casarini. «Occorre costruire elementi di interposizione dal basso e intensificare la mobilitazione per il cessate il fuoco, come i movimenti pacifisti hanno fatto anche in passato», dice il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni.

18 marzo

  • La stampa – Sogniamo la pace, ma siamo in guerra È il nostro naufragio e ci travolgerà di Salvatore Settis – Naufragio del mito della “fine della storia” e del trionfo del capitalismo dopo la fine dell’Urss. La cieca fiducia nel mercato ha indotto a considerare la Russia ottimo partner per i propri affari… Prospera ora l’invettiva… La pace possibile: un negoziato tra le parti che comporti reciproche concessioni.
  • La Stampa – Bambini e ragazzi con le armi. Da adulti sapranno solo odiare di Domenico Quirico -Chi ha vissuto le rovine, i bombardamenti, imbracciato un fucile anche solo per finta, appartiene alla guerra, la sua anima resta là. Lo abbiamo visto in Siria. In Congo. In Ucraina per fortuna nessuno ancora arruola bambini. Ma nei due campi la guerra rischia di partorire una generazione fanatica della forza, della violenza, dell’estremo.
  • Il venerdì – Una lanterna su Odessa di Tomaso Montanari – Un occhio che non può chiudersi, condannato a vedere per sempre una storia eterna di vittime e carnefici: una storia che oggi torna a dipanarsi proprio davanti a questo quadro di Michelangelo Merisi da Caravaggio, Presa di Cristo nell’orto degli ulivi, Museo di Odessa, ora sotto l’attacco criminale di Vladimir Putin.
  • il manifesto – Quel “ripudio” dimenticato, ma voluto dai resistenti di Claudio De Fiores – Sull’articolo 11 è calato l’oblio. Non ne hanno parlato Draghi nell’informativa, né le camere nella risoluzione approvata quasi all’unanimità il 28 febbraio. I grandi partiti hanno taciuto, non diverso è stato il comportamento dei media. Eppure, l’articolo 11 non è una norma di dettaglio della Costituzione italiana. In esso è sancito il ripudio della guerra: un principio supremo dell’ordinamento. E in quanto tale inderogabile, irrivedibile.
  • Domani – La lobby delle armi specula sulla tragedia ucraina di Stefano Feltri – Un composito gruppo di avvoltoi sta usando la tragedia ucraina per spostare risorse pubbliche dalla transizione ecologica e dalla spesa sociale verso la spesa militare. Per rispettare gli impegni con la Nato, la spesa militare aumenterà fino a 38 miliardi l’anno.

19 marzo

  • il manifesto – Per fermare l’aggressione, al tavolo devono sedersi Biden e Putin di Raniero La Valle – «Invito alla trattativa», «Spiragli di trattativa», «Trattativa, non invio di armi»: sono le parole più sagge che si possono dire dinanzi alla tragedia in corso. Purtroppo però fino ad oggi queste parole si sono rivelate fuori della realtà.
  • Il manifesto – L’italiana Leonardo guida il riarmo dell’Unione europea. Accendere le fiamme- Come l’Unione europea sta alimentando una nuova corsa agli armamenti. Un rapporto della Rete europea contro il commercio di armi, di cui Rete Italiana Pace e Disarmo fa parte, rileva che Il Fondo Europeo per la Difesa (European Defence Fund EDF 2021-2027) ha un budget senza precedenti di 8 miliardi di euro per la ricerca e lo sviluppo di sistemi militari. l’Unione Europea attualmente finanzia 62 progetti di ricerca e innovazione militare per un totale di 576,5 milioni di euro. Il gigante italiano delle armi Leonardo – che è la più grande azienda a produzione militare dell’UE – è il maggiore destinatario singolo con 28,7 milioni di euro. Queste linee di finanziamento non solo promuovono le fasi di ricerca e sviluppo dell’industria della difesa, ma richiedono che i Paesi dell’UE acquistino poi le armi e le relative tecnologie, le aggiungano al proprio arsenale di difesa o promuovano la loro esportazione verso paesi extraeuropei. Con la conseguenza che aumenteranno le esportazioni di armi europee e la corsa globale agli armamenti, che a sua volta porterà a più guerre, maggiore distruzione, perdita di vite umane e l’aumento degli spostamenti forzati.
  • Domani – Il benessere e la sicurezza non passano per la corsa alle armi di Nadia Urbinati – In Europa, l’invasione russa dell’Ucraina ha ossigenato la corsa al riarmo. La giustificazione al riarmo è iniziata con le immigrazioni dall’Africa e dal Medio Oriente che hanno sedimentato l’idea che i confini della Ue necessitino di una difesa. La pandemia non è riuscita a motivare tanti finanziamenti alla salute quanto la guerra. Anche in passato, la militarizzazione è stata venduta come volano di benessere, un’ideologia che ha abbagliato perfino le socialdemocrazie. Ha senso essere preoccupati.
  • Il Fatto Quotidiano – Chi insulta i pacifisti tace sul pericolo nucleare di Tomaso Montanari – Tra i tanti contagi di guerra innescati dall’aggressione di Putin all’Ucraina, ce n’è uno tutto italiano: il vilipendio feroce contro chi prova a insinuare nel discorso pubblico qualche dubbio sull’opportunità di armare gli ucraini prolungando così la guerra, aumentando il numero di morti e avvicinando ogni giorno di più la possibilità di un olocausto nucleare. Eppure, il dissenso, il pensiero critico, la distanza dalla propaganda e il tabù della guerra atomica finale, dovrebbero costituire il cuore stesso di quei famosi “valori occidentali” che i giornali italiani dicono di voler difendere con questa atroce guerra per procura. O no?

20 marzo

  • Avvenire – Quei profughi torturati nella foresta Bielorussia, dentro la terra di nessuno di Paolo Lambruschi – La tragica vicenda dei profughi siriani curdi, yemeniti e africani buttati fuori dalla Bielorussia. Il popolo delle lanterne verdi che abbiamo dimenticato è ancora lì. Sfondare il filo spinato eretto dalla Polonia e nascondersi alle retate della polizia di Varsavia.
    Domani – Zuppi: «La guerra è una bestemmia. La pace non è l’equilibrio della paura. Subito il dialogo» intervista a Matteo Zuppi a cura di Daniela Preziosi – “La Chiesa è per il disarmo. In un conflitto è difficile capire quando scatta il diritto a difendersi. La Chiesa ribadisce che l’unica soluzione vera e solida è il dialogo. Solo nel dialogo si può uscire dalla guerra.” Sul tema dei profughi: “la distinzione fra profughi in moltissimi casi è impossibile da farsi. La povertà, la fame, l’assenza di prospettive cioè la disperazione sono tutte figlie spesso di guerre, le cui conseguenze sono terribili anche a distanza di anni. Dovrebbe essere garantito a tutti il diritto a essere esaminato, non quello di essere respinto. Uno che sta in pericolo in mezzo al mare deve essere salvato.” Sul riarmo: “Proprio la guerra deve portare al disarmo. Se non sappiamo trarre da questo male le indispensabili occasioni di cambiamento, torneremo indietro. Si è addirittura parlato di conflitto nucleare. Basta una scintilla. Per questo dobbiamo fermare il riarmo.” Sull’invasione dell’Ucraina: “ Il papa ha ricordato, direi quasi gridato, che nessuna guerra è giusta. Dobbiamo chiederci: potevamo evitare la tragedia di centinaia di persone uccise? Cosa non abbiamo fatto? Quanti rimandi e ipocrisie, quanti calcoli e convenienze? Penso all’impegno di Sassoli, per guarire dai nazionalismi che non comunicano e si contrappongono, per tessere un concerto di nazioni che si pensano assieme. Se ne esce insieme. Il futuro è solo insieme nella piccola stanza del mondo, quell’astronave delicatissima che rischiamo di distruggere
  • Il manifesto – La strada sbagliata dell’aumento delle spese militari di Francesco Vignarca – Oltre a devastare l’Ucraina, l’invasione decisa da Valdimir Putin ha ribaltato gli orizzonti di molte scelte politiche internazionali, soprattutto in Europa. È successo per le esportazioni di armi, con i Paesi dell’Unione europea che hanno deciso di ignorare norme condivise vincolanti, ma soprattutto lo si rileva sul tema delle spese militari. Dal 2015 la Nato in totale ha investito nei propri eserciti oltre 14 volte quanto fatto dalla Federazione Russa. Un’astronomica cifra di 5.892 miliardi di dollari contro 414. Anche limitandosi all’Unione europea i dati indicano che i Paesi Ue hanno avuto una spesa militare combinata di oltre 3,5 volte quella di Putin: 1.510 miliardi di dollari, quasi 1.100 in più dei russi. Chi ritiene che per rispondere alla minaccia del Cremlino si debbano ulteriormente aumentare le spese militari, si fa trascinare da una diffusa retorica con l’elmetto in maniera interessata da chi sta già contando le montagne di soldi in arrivo per questa decisione.
  • Il manifesto – Con Libera in corteo per ricordare le 1.055 vittime innocenti delle mafie di Adriana Pollice – : da Casal di Principe in provincia di Caserta dov’era ieri, nel giorno del 28esimo anniversario della morte per mano della camorra di don Peppe Diana, don Luigi Ciotti ha lanciato l’allarme sulle mafie,: «Il problema delle mafie, ma anche dei fenomeni connessi della droga, della corruzione e dei disastri ambientali prodotti dalla criminalità organizzata, è che sono diventati nella testa di troppa gente normalizzazione. C’è bisogno di un sussulto prima che sia troppo tardi»
  • Il manifesto – Il conflitto mondiale sull’acqua di Alex Zanotelli – Sono preoccupato ed indignato per le politiche del governo Draghi su un bene così fondamentale come l’acqua. Dopo la vittoria referendaria del movimento per la ripubblicizzazione dell’oro blu, nulla si è mosso da undici anni. Oggi ci troviamo davanti a un governo neoliberista di Draghi che sta spingendo di nuovo il nostro Paese verso la privatizzazione dell’acqua e non solo. NEL 2024, l’Italia, con la benedizione del governo Draghi, ospiterà il Forum Mondiale dell’Acqua. Questo Forum, sebbene sponsorizzato dall’Onu, è totalmente controllato dalle multinazionali dell’acqua, in primis Veolia e Suez. Sono quattro le città che hanno dato la disponibilità ad ospitarlo: Firenze, Roma, Matera ed Assisi. Sarebbe paradossale che proprio Assisi, la città di Francesco, il cantore di «sorella acqua», ospitasse quel Forum. (Prepariamoci per Firenze)
    Avvenire – Una campagna globale a favore di Lucano di Eugenio Fatigante – Mobilitazione internazionale che vede schierati, fra gli altri, Noam Chomsky, Jeremy Corbyn e Carola Rackete. «Crediamo che il modello Riace sia un’ispirazione per il mondo. La condanna è una palese violazione dei principi comuni di libertà, democrazia, uguaglianza». Lucano ha offerto una vera speranza di rivitalizzazione per una comunità. L’ospitalità di Riace dovrebbe essere giustamente considerata il massimo della civiltà umana, non doversi difendere in un tribunale.

21 marzo

  • Abolish Frontex – al via la prima edizione del progetto “Sulla stessa rotta” che si propone il cambiamento radicale delle attuali politiche migratorie europee, per il sostegno e l’accoglienza dei rifugiati e migranti. Il progetto, con un programma articolato da oggi al 22 agosto, prevede di ripercorrere idealmente il cammino delle persone migranti: rotta mediterranea da Lampedusa a Ventimiglia e rotta balcanica da Trieste a Oulx.
  • Domani – I centri per i rimpatri dei migranti hanno fallito e costano quasi 45 milioni di Luca Attanasio – Le dieci strutture di “accoglienza” temporanea dove finiscono i cittadini non europei sprovvisti di permesso di soggiorno sono dei non luoghi, che favoriscono la nullificazione delle persone.
  • Avvenire – La Spagna scarica il popolo saharawi e trova un’intesa con il Marocco. No al referendum di autodeterminazione del popolo saharawi

22 marzo

  • Avvenire – M*orti e dispersi. L’ultima tragedia di Daniela Fassini – Si aggrava il bilancio del naufragio al largo della Tunisia. Salgono a 25 i corpi restituiti dal mare. Vittime dello stesso naufragio comunicato dalle autorità tunisine sabato scorso. Ma si teme che il bilancio possa essere più drammatico perché altre 35 persone risultano ancora disperse.
  • Avvenire – Il Papa: guerra ripugnante e sacrilega. Spendere per le armi sporca l’uomo – Il Papa è tornato a denunciare l’assurdità, e la violenza incomprensibile, del conflitto in Ucraina. Destinare gran parte della spesa alle armi, vuol dire toglierla ad altro, significa continuare a negarla ancora una volta a chi manca del necessario». Si tratta di priorità. Se scegli la via della responsabilità e della condivisione, punti sull’impegno per sanare le disuguaglianze, se invece credi solo nella forza fisica, allora i conflitti possono essere una strada da percorrere. La Chiesa è per il no totale alle ragioni della violenza. «È uno scandalo» quanto si spende per comprare le armi – ha aggiunto ieri mattina Francesco –. «È terribile! Non so quale percentuale del Pil, non lo so, non mi viene la cifra esatta, ma un’alta percentuale. E si spende nelle armi per fare le guerre, e non solo questa, che è gravissima, che stiamo vivendo adesso, e noi la sentiamo di più perché è più vicina, ma in Africa, in Medio Oriente, in Asia… Questo è grave. Spendere in armi sporca l’anima, sporca il cuore, sporca l’umanità»
  • Il Fatto Quotidiano – Giovanni Ricchiuti: “Guerra ucraina, la Nato ha colpe gravi. E il Parlamento non ascolta i pacifisti” intervista all’Arcivescovo Giovanni Ricchiuti a cura di Tommaso Rodano – “La condanna all’aggressione operata da Putin è totale. Ma non possiamo con questo dimenticare, o peggio ancora assolvere, la Nato dalle sue gravi responsabilità. Se oggi la Nato assicurasse di non avere alcuna volontà di andare a impiantare missili o basi in Ucraina, potrebbe contribuire fortemente a smorzare la tensione. Sull’Ucraina per fortuna c’è tanta informazione e questo porta a una splendida solidarietà. Ma perché non ci siamo commossi per i migranti africani? Qualcuno è riuscito a dire che quelli di oggi sono rifugiati veri e quelli di ieri erano falsi.
  • Mosaico di Pace – La mafia della guerra di Tonio Dell’Olio – Se c’è la guerra delle mafie, c’è anche la mafia delle guerre. Quella voluta dalle fabbriche e dai commercianti di armi, dai potenti e dalle mafie dell’economia. Una coscienza vigile, inquieta, ricercatrice di verità e giustizia non si piegherà mai alla logica delle armi e del sopruso”.
  • Il manifesto – Luigi Manconi: «La sovranità è costitutiva dei diritti umani» intervista a Luigi Manconi a cura di Eleonora Martini – «A Buon diritto» compie 20 anni. Parla il suo fondatore, Luigi Manconi: «La sinistra deve sempre avere il punto di vista delle vittime». «Ci sono due forme di pacifismo. Quello profetico di Capitini e Balducci, e quello politico. Quando è necessario, il pacifista – di cui mi fido – interviene come sa e può per rendere inoffensivo l’aggressore». Si tralascia ciò che per me è centrale: il punto di vista delle vittime, le quali rischiano di scomparire. Non solo vengono soverchiate dalla geopolitica ma a loro si chiede di arrendersi
  • Il manifesto – Se l’ipotesi del conflitto nucleare diventa discorso corrente di Marco Revelli – Il mondo dell’informazione oggi è sempre più drammaticamente ostaggio della guerra. Chi prova ad accennare alle teorie della non-violenza, non tanto sul versante dei fini quanto su quello dei mezzi, spesso altrettanto se non più efficaci di quelli rozzamente consueti della tecnica militare, è guardato con sorrisi di sufficienza e di compatimento.

23 marzo

  • il Fatto Quotidiano – Se pure il Papa viene censurato per evitare l’accusa di ‘putiniano’ di Peter Gomez – siamo rimasti basiti quando ieri, sfogliando i principali quotidiani, non abbiamo trovato una sola riga sulla presa di posizione di Papa Francesco contro l’aumento delle spese militari.
  • Il manifesto – Fridays for future ed ex Gkn insorgono insieme di Riccardo Chiari – le manifestazioni di venerdì 25 sulla giustizia climatica e del sabato 26, mobilitazione nazionale a Firenze insieme al Collettivo di Fabbrica: “Non andrà tutto bene se i rapporti di forza rimarranno questi, se la ricerca di profitti avrà sempre la precedenza sui diritti e sul futuro di questo pianeta. Noi insorgiamo per il futuro. E il futuro non è solo uno stipendio e un contratto, è l’aria che respiri, è la pace, è cosa produci e in che società vivi”.