I diari della settimana In primo piano

Diario della settimana dal 17 novembre

Le parole

Siamo di fronte a un certo “degrado morale che mette seriamente in pericolo i valori della democrazia europea”.

“L’Unione non può diventare una fortezza contro la povera gente che scappa per la guerra, la fame o da regimi infami. Proteggere i nostri confini, specie quando sono minacciati da regimi autoritari, è un dovere nei confronti dei nostri cittadini, ma alzare muri contro persone disperate sarebbe rinnegare i nostri valori e perdere la nostra umanità”. È un’iniziativa “da respingere decisamente nei suoi fondamenti. L’unica soluzione è una politica comune europea che salvaguardi il diritto d’asilo e regoli i flussi migratori. I Paesi di frontiera non possono essere lasciati da soli a gestire questi fenomeni e ne sa qualcosa anche l’Italia”. Comunque, “davanti a un muro, non sparisce l’immigrazione, cambiano soltanto le rotte. Occorre assumere le frontiere esterne come frontiere di tutti e lavorare per soluzioni comuni”.
David Sassoli – Presidente del Parlamento Europeo

Diario dal 17 novembre

 

17 novembre

  • Avvenire – Dramma nel cuore dell’Europa È scontro sulla pelle dei migranti di Nello Scavo – Se Minsk usa cinicamente gli esseri umani, dal confine Ue la risposta non è meno spietata. La zona è blindata a occhi e aiuti, nessuno può entrare, nessuno sa cosa succede. La politica dei muri e il business delle barriere, appannaggio dei grandi produttori di armi da guerra, continua a crescere.
  • Avvenire – I medici alla frontiera: così aiutiamo i profughi nei boschi di Francesca Ghirardelli – Ogni giorno, a tutte le ore, i 33 professionisti di ‘Medycy na Granicy’ intervengono nella fitta boscaglia polacca. Il governo nega loro l’accesso all’area in stato di emergenza – Ampia parte della società polacca ci appoggia».
  • chiesa dei poveri chiesa di tutti – Una guerra occulta di Domenico Gallo – “Bussate e vi sarà aperto”, il versetto del Vangelo di Luca nella cattolicissima Polonia viene interpretato a contrario: bussate quanto vi pare, mai vi sarà aperto. Anzi non solo non vi sarà aperto ma alzeremo un muro. È singolare che un continente in crisi demografica respinga i bambini accampati al freddo nella foresta bielorussa e si cinga di filo spinato. Una rivolta morale e un’azione politica coerente sono a questo punto irrinunciabili. I profughi devono essere accolti: ne va dell’anima stessa dell’Europa.
  • Mediterranea Saving Humans – La polizia francese ha sgomberato un altro campo di migranti vicino al porto di Dunkerque. Ospitava 1.500 migranti che speravano di attraversare la Manica verso l’Inghilterra.

18 novembre

  • Left – Qui è peggio che in guerra di Nawal Soufi – Descrivere ciò che vedo ogni giorno al confine tra Bielorussia e Polonia non è facile. È una situazione agghiacciante, sia per i numeri che per le condizioni in cui sono costrette le persone. È la peggior frontiera che io abbia visto. Parliamo di circa 3-4mila profughi intrappolati in un lembo di terra di pochi km in mezzo ai boschi, a cui se ne aggiungeranno presto altre migliaia ripresi pochi giorni fa in un video mentre si incamminavano verso la frontiera. La stima è di 10mila migranti dalla parte bielorussa.

19 novembre

  • La Stampa – Geo Barents la nave di Medici senza frontiere dopo aver soccorso i migranti di un affollato barcone alla deriva, sul fondo del quale c’erano anche dieci cadaveri, poi portati a bordo assieme ai sopravvissuti, è arrivata nel porto di Messina
  • Mosaico di pace – Disumano di Tonio Dell’Olio – Quella folla di umanità concreta che spinge ai confini tra la disumanità e le radici cristiane, interroga profondamente le nostre coscienze. Speriamo soltanto che non ci lasci senza risposte.
  • il manifesto – – Il governo privatizza le risorse idriche con i fondi del Pnrr di Adriana Pollice – Perché è una battaglia così cruciale lo racconta Alex Zanotelli: “Secondo il World resources institute nel 2040 l’Italia avrà accesso al 50% in meno di acqua. Secondo l’Onu nel 2030 la popolazione mondiale avrà solo il 60% dell’acqua di cui ha bisogno. La finanza l’ha già capito e sta cercando di accaparrarsi il bene più prezioso che abbiamo. Oggi si muore di fame, domani anche di sete. Sono pronto a legarmi davanti Palazzo San Giacomo per difendere l’acqua pubblica”. Sono 7 i governi che hanno disatteso l’esito referendario del 2011. Il governo Draghi sta rilanciando i processi di privatizzazione.
    Novembre Nigrizia – Non lasciamo spegnere il sogno di Riace e di Lucano di Alex Zanotelli – A Riace, nell’ottobre del 2017, quasi il 50% degli abitanti era composto da stranieri. Lucano aveva riaperto le case abbandonate del borgo, le vecchie botteghe artigiane, aveva riempito di bambini le scuole chiuse da anni, mettendo in piedi un modello di solidarietà e di piccola economia che ha fatto scuola nel mondo. Dopo la sentenza di condanna di Mimmo si sono moltiplicate le manifestazioni di sostegno e di solidarietà. I missionari comboniani hanno0 deciso una raccolta fondi per sostenere le attività e i progetti ancora attivi a Riace.

20 novembre

  • La Stampa – Gli italiani e il razzismo sistemico di Michela Marzano – Sfruttati, malpagati, senza contributi e senza previdenza. Ma anche vittime di pregiudizi razziali. Il razzismo, nel nostro paese, è purtroppo sistemico. Anche perché non si sono ancora fatti i conti con preconcetti e pregiudizi che vengono da lontano, e le cui radici affondano nel Ventennio.
  • La Stampa – Le lanterne della speranza – Piccole lucine verdi, oltre il filo spinato e le camionette della polizia che sigillano il confine tra Polonia e Bielorussia. «Quando sono arrivati i nazisti, hanno occupato la città, siamo rimasti senza nulla. Qualcuno ci aiutò, sennò non saremmo sopravvissuti. Poi sono arrivati i russi, e la storia si è ripetuta. E ancora qualcuno ci aiutò, non so neanche chi fosse. Ora tocca a me ricambiare».
  • il Fatto Quotidiano – Il carcere della vergogna – La coordinatrice dell’Associazione Antigone: ho visitato la sezione psichiatrica del carcere di Torino, un luogo vergognoso in cui si rinuncia a vite umane, come se valessero niente. Spero che ciò che ho visto non si ripeta mai più. Mi vergogno a pensare che trattiamo le persone in questo modo. Questa notizia si lega bene alla condizione dei migranti in quanto evidenzia un progressivo decadimento del sentimento dell’altro, della sua vulnerabilità, della sua sorte di prigioniero, infermo, profugo, folle, naufrago.
  •  Adista Segni Nuovi – Scolari Rom – Drammatico il bilancio della pandemia per la scolarizzazione dei bambini rom. La politica di marginalizzazione seguita da molti istituti nel periodo della didattica a distanza con genitori indotti a optare per la didattica a casa e, di fatto, con bambini abbandonati a sé stessi. Barriere che hanno aumentato le disparità e le distanze e che sono rimaste attive anche ora, con numerosi casi di bambini rom rifiutati dalle scuole «perché non c’è posto».
  • il Fatto Quotidiano – Armi, anche quest’anno l’Italia aumenterà la propria spesa militare: quasi 26 miliardi previsti dalla legge di Bilancio 2022, 850 milioni in più

21 novembre

  • Avvenire – Salva a nuoto i migranti, nuotatrice siriana a processo – Atene. Un caso giuridico che ha sollevato l’indignazione di mezza Europa: «criminalizzazione della solidarietà». Accuse «farsesche» che travisano perversamente le operazioni di ricerca e soccorso come un anello del crimine di contrabbando. Tutto «per dissuadere le persone dall’aiutare rifugiati e migranti».
  • Avvenire – Tripoli, Malta e Cosa nostra Tutte le rotte del “Libyagate” di Lorenzo Bagnoli e Nello Scavo – Le indagini di “IrpiMedia” e “Avvenire” sul cartello dell’oro nero in affari coi trafficanti di uomini e armi, ricostruiscono le trame del “Libyagate”, il sistema di interessi che ha cambiato il volto del Mediterraneo coinvolgendo faccendieri, trafficanti di uomini, capi milizia, signori della guerra, governi di numerosi Paesi ed esponenti delle principali organizzazioni mafiose internazionali. Un cartello criminale che fa affari sulla pelle degli esseri umani più vulnerabili, condizionando le decisioni politiche in Europa, e incamerando miliardi grazie ai traffici illeciti.
  • Avvenire Immaginatelo questo figlio Morire di stenti ai nostri confini di Marina Corradi – Nel tragico braccio di ferro fra Bielorussia e Polonia ci sono stati diversi morti, e di alcuni non sapremo mai. Che però fra i caduti di questa sotto-guerra ci sia anche un bambino di un anno morto di freddo, testimonia della ferocia dello scontro in atto. Non conosciamo il suo nome, il suo volto possiamo immaginarlo. Era un figlio, proprio come i nostri.
  • il manifesto – Migranti, 75 muoiono in mare. La Guardia costiera ne salva 420 di Giansandro Merli – 75 migranti morti in un naufragio. 420 salvati dalla Guardia costiera italiana. 193 a bordo della Sea-Watch. Sono i numeri che arrivano dal Mediterraneo centrale. Il caso più drammatico risale a mercoledì scorso, ma è stato confermato ieri dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim).
  • Sea Watch – In salvo a Lampedusa i 75 migranti del barcone disperso nel Mediterraneo. Sono stati per quattro giorni in mare senza acqua né cibo. Avvistati giovedì al largo di Lampedusa, si erano perse le tracce nei giorni successivi. Dopo quattro giorni in mare senza né acqua né cibo, sono stati recuperati da una nave della guardia costiera e hanno raggiunto Lampedusa. “Felici che queste persone siano state tratte in salvo, inaccettabile che ci sia voluto così tanto”, twitta l’ong tedesca Sea Watch, la cui nave è in missione nel Mediterraneo con 193 naufraghi a bordo.
  • il manifesto – – La Ue complice della strage cancellata – I nuovi muri contro i migranti. Dall’inizio del 2021 fino al 15 novembre, secondo il dossier del Comitato Nuovi Desaparecidos redatto da Emilio Drudi, sarebbero morti 3.017 profughi: 2.868 nel Mediterraneo o nell’Atlantico, 149 lungo le vie di terra, nei paesi di transito in Africa, nel Medio Oriente e nella stessa Europa. Una media di circa 300 al mese
  • La Stampa Sulla pelle dei migranti di Francesca Mannocchi – La tragedia che si sta consumando sui confini orientali dell’Europa ha sì le sue responsabilità nel cinismo di Lukashenko ma affonda le radici nelle scelte politiche dell’Europa da sei anni a questa parte per arginare il fenomeno migratorio: denaro in cambio di sicurezza.